La Sicilia al voto. Sulla carica dei 900 per 70 seggi parlamentari regionali e delle 15 liste che fanno capo agli otto candidati alla Presidenza della Regione, pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia da Direttore di Panorama Giorgio Mulè
Le liste elettorali sono come le squadre di calcio, quello che conta è il leader-allenatore”, commenta Giorgio Mulè, Direttore del settimanale Panorama e giornalista siciliano doc.
- Nonostante le tensioni della vigilia, le singole liste e le strategie della campagna elettorale dei candidati potrebbero risultare decisive anche rispetto ai sondaggi ?
“ Certo. Tutto è possibile, ma conteranno molto il contesto regionale e i compromessi all’interno e all’esterno dei rispettivi schieramenti.”
- Griglie di partenza?
“Fabrizio Micari è il vessillo di un esercito che non indossa un’unica divisa e per molti versi non combatte la stessa battaglia. Il candidato del centro sinistra potrà recuperare, ma attualmente contende a Fava il terzo posto. Diverso il discorso per Giancarlo Cancelleri che può rimontare, ma che rischia anche di scontare l’effetto trascinamento nazionale riguardante i contraccolpi alla credibilità del Movimento 5 Stelle, determinati dalla disastrosa amministrazione di Roma e di altri comuni, anche in Sicilia. Nonostante i colpi di scena della vigilia e il passo indietro di un big come Armao, il sostegno delle liste di centro destra alla campagna elettorale di Nello Musumeci si preannuncia invece concreto. “
- Candidati leader indiscussi o di compromesso?
“Il ruolo di candidati predestinati si addice di più a Cancelleri e a Claudio Fava, mentre le leadeship di Musumeci e Micari sono il risultato del travaglio di espressioni maggioritarie e unitarie all’interno dei rispettivi schieramenti”
- Radiografia dei candidati alla Presidenza della regione?
“Musumeci ha dalla sua parte una storia personale immacolata ed una esperienza di amministratore collaudato in una provincia problematica come quella di Catania. E’ un leader naturale, in grado di fare la sintesi politica del suo schieramento. Cancelleri sconta un’inesperienza amministrativa che lo fa apparire certamente il meno indicato tanto a chi punta sull’usato sicuro, quanto a chi vuole scegliere il nuovo certo. Sull’altare della competenza di Micari nulla da dire. Qualche perplessità il candidato del centro sinistra la suscita tuttavia sull’altare della capacità della gestione politica, che è il sale dell’amministrazione. Di Fava si conoscono di più l’impegno, la passione e le battaglie antimafia e meno le proposte o i progetti riguardanti il futuro imprenditoriale o occupazionale della regione.
- Analisi delle piattaforme programmatiche?
“Musumeci al pari degli altri dovrebbe immaginare la Sicilia come metafora delle miniere immateriali. Cioè quelle che la Regione non ha mai fatto fruttare: le infrastrutture, il turismo, l’incompiuta dell’industrializzazione dell’Isola. Micari, persona specchiata e competente, potrebbe scontare un tecnicismo esasperato. Il rischio cioè è quello della incapacità di mediazione politica in un campo assai frastagliato e complicato come quello del centrosinistra siciliano. Di Cancelleri nessuno conosce le capacità di amministratore perché non ha mai amministrato nulla. E’ soltanto una speranza, ma chi di speranza vive disperato muore. La Sicilia è una regione che non può permettersi di verificare sulla propria pelle ancora speranze e promesse. Fava è figlio di un’epoca che ha avuto la necessità di avere personaggi e personalità a tutto tondo, come appunto lo stesso Claudio Fava, che lega il suo modo di essere ad un’idea di Sicilia che se va bena da una parte, quella della legalità, dall’altra non ha visione strategica e industriale dell’Isola.