La battaglia dei sottosegretari prosegue nottetempo in trincea. Si spera in un accordo all’alba di venerdì. Per giorni attacchi e difese si sono sviluppti su un doppio fronte: quello interno a 5 Stelle e Pd, per la scelta dei candidati, e quello fra i partiti della maggioranza giallo rossa per l’attribuzione dei posti. Una conflittualità politica, stile Guerra e Pace fra grillini e dem, che impegnerà il Governo fino al compromesso.
Il corto circuito delle nomine dei 4 o 5 viceministri e dei circa 40 sottosegretari è imputabile solo in parte all’assalto stile maxiconcorso di centinaia di candidati. Il che denota la rilevante prospettiva politica che i parlamentari attribuiscono al Governo che ha appena ricevuto la fiducia dalle Camere, tanto da volerne far parte a tutti i costi.
Il rinvio, determinato in gran parte dal mancato accordo fra gli esponenti del Movimento 5 Stelle, è destinato tuttavia a riaprire anche i contenziosi fra le correnti del Partito Democratico.
![Sottosegretari battaglia e guerra di trincea](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2019/09/vice-ministri-e-sottosegretari-scelte-in-corso0-600x382.jpg)
Fra i grillini sarebbe in corso un rimescolamento di leadership e di alleanze. Concordato o meno, in questa fase di nomine dei sottosegretari sembra prevalere, rispetto a quello di Luigi Di Maio, il ruolo del Ministro Vincenzo Spadafora.
Mentre fra i Dem designazioni e scelte fanno riferimento con maggiore evidenza alla linea gerarchica che dal capo delegazione al Governo, Dario Franceschini, comprende il vice segretario Andrea Orlando e il Segretario del Partito Nicola Zingaretti.
I principali nodi da sciogliere riguardano il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia, quello dello Sviluppo, la delega sull’editoria e il ruolo che vorrebbero mantenere gli ex Ministri della Difesa e del Sud Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi.
![Sottosegretari battaglia e guerra di trincea](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2019/09/sottosegretari-battaglia-e-guerra-di-trincea4.jpg)
Si prospetta una sorta di marcamento reciproco. Al Mise, il Pd vorrebbe insediare con la delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli, che ha già ricoperto quel ruolo in precedenti governi. Accanto a Giacomelli, il Nazareno vorrebbe piazzare con la delega all’energia Gian Paolo Manzella. Due nomi sui quali non c’è però ancora l’assenso dei 5 Stelle.
Altro punto di contrasto è la delega per l’editoria, reclamata dai Dem per Andrea Martella o per l’ex vice presidente del Csm Giovanni Legnini e rivendicata invece dal Movimento per Emilio Carelli.
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Problemi, e anche imbarazzi, stanno inoltre creando le insistenze per ottenere una nomina consolatoria a sottosegretario delle ex titolari dei dicasteri della Difesa, Elisabetta Trenta, e del Sud Barbara Lezzi. La prima candidata al Ministero dell’Interno e la seconda disposta anche a rientrare come numero due nello stesso ministero.