La battaglia dei sottosegretari prosegue nottetempo in trincea. Si spera in un accordo all’alba di venerdì. Per giorni attacchi e difese si sono sviluppti su un doppio fronte: quello interno a 5 Stelle e Pd, per la scelta dei candidati, e quello fra i partiti della maggioranza giallo rossa per l’attribuzione dei posti. Una conflittualità politica, stile Guerra e Pace fra grillini e dem, che impegnerà il Governo fino al compromesso.
Il corto circuito delle nomine dei 4 o 5 viceministri e dei circa 40 sottosegretari è imputabile solo in parte all’assalto stile maxiconcorso di centinaia di candidati. Il che denota la rilevante prospettiva politica che i parlamentari attribuiscono al Governo che ha appena ricevuto la fiducia dalle Camere, tanto da volerne far parte a tutti i costi.
Il rinvio, determinato in gran parte dal mancato accordo fra gli esponenti del Movimento 5 Stelle, è destinato tuttavia a riaprire anche i contenziosi fra le correnti del Partito Democratico.
Fra i grillini sarebbe in corso un rimescolamento di leadership e di alleanze. Concordato o meno, in questa fase di nomine dei sottosegretari sembra prevalere, rispetto a quello di Luigi Di Maio, il ruolo del Ministro Vincenzo Spadafora.
Mentre fra i Dem designazioni e scelte fanno riferimento con maggiore evidenza alla linea gerarchica che dal capo delegazione al Governo, Dario Franceschini, comprende il vice segretario Andrea Orlando e il Segretario del Partito Nicola Zingaretti.
I principali nodi da sciogliere riguardano il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia, quello dello Sviluppo, la delega sull’editoria e il ruolo che vorrebbero mantenere gli ex Ministri della Difesa e del Sud Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi.
Si prospetta una sorta di marcamento reciproco. Al Mise, il Pd vorrebbe insediare con la delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli, che ha già ricoperto quel ruolo in precedenti governi. Accanto a Giacomelli, il Nazareno vorrebbe piazzare con la delega all’energia Gian Paolo Manzella. Due nomi sui quali non c’è però ancora l’assenso dei 5 Stelle.
Altro punto di contrasto è la delega per l’editoria, reclamata dai Dem per Andrea Martella o per l’ex vice presidente del Csm Giovanni Legnini e rivendicata invece dal Movimento per Emilio Carelli.
Problemi, e anche imbarazzi, stanno inoltre creando le insistenze per ottenere una nomina consolatoria a sottosegretario delle ex titolari dei dicasteri della Difesa, Elisabetta Trenta, e del Sud Barbara Lezzi. La prima candidata al Ministero dell’Interno e la seconda disposta anche a rientrare come numero due nello stesso ministero.