Telefoni muti, ambasciatori taciturni. C’è delusione e apprensione in Vaticano perché in Ucraina la guerra infuria sempre più cruenta, ma nonostante gli appelli accorati e insistiti di Papa Francesco e la diplomazia segreta e ammiccante della Segreteria di Stato, non giunge alcun segnale alla Santa Sede che più volte si é offerta di mediare e avviare trattative e negoziati.
In previsione di un messaggio diplomatico o addirittura di una telefonata o video chiamata di Putin al Pontefice, oltre le mura leonine si sarebbero già apprestati i turni per un servizio di traduzione simultanea e si sono valutate varie formule di interlocuzione col Cremlino e Kiev.

Il Papa è pronto a partire o a ricevere protagonisti ed emissari. Ma il telefono non squilla e ufficialmente tanto l’Ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexei Paramonov, quanto l’Ambasciatore della Federazione russa a Roma, Sergey Razov, non fanno trapelare alcunché.
La diplomazia “per il momento non ha prodotto grandi risultati” é l’amaro commento del Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, in un’intervista al Tg2000. “Dipende dalle parti. La disponibilità della Santa Sede è stata data fin dall’inizio. Il Papa ha ribadito continuamente questa sua volontà di far cessare la guerra ma anche di mettersi a disposizione per offrire le condizioni e gli ambiti affinché questo avvenga. Fino adesso però non abbiamo visto risposte” ha affermato Parolin.
