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Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

Aspettando la seconda Pasqua di guerra che dovrebbe segnare l’avvio della controffensiva Ucraina, l’armata russa si sta disponendo in modalità difensiva. “Gli ucraini si stanno preparando ad attaccarci, lo sanno tutti. Il nostro stato maggiore lo sta calcolando e sta preparando le contromosse” ha confermato a Mosca il falco Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza del Cremlino.Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

Per attestarsi su posizioni più favorevoli i russi stanno attaccando i tratti settentrionali e meridionali del fronte nella regione orientale del Donbass. Pesanti combattimenti sono in corso lungo una linea che va da Lyman a Kupiansk, così come nel sud ad Avdiivka, alla periferia della città di Donetsk controllata dai russi.

I media moscoviti non parlano più di Bakhmut. Ancor più che una cocente sconfitta per Putin, che fino alla conclusione della visita di Xi Jinping ha ordinato di moltiplicare gli attacchi in modo da potersi vantare al cospetto del leader cinese di un successo militare, Bakmunt rappresenta per la Russia il massacro di circa 30 mila soldati, la metà dei quali mercenari del gruppo Wagner.

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Xi Jinping e Vladimir Putin

Cifra per difetto, confermata dall’intelligence britannica e riscontrata indirettamente a Mosca, dove alcuni dei più oltranzisti a favore della guerra hanno attaccato la leadership militare per l’incapacità di ottenere successi militari tangibili a quasi 400 giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.

Clamoroso l’esempio dell’ ultranazionalista Igor Strelkov, ex ufficiale dell’intelligence, che ha espresso pubblicamente la critica più dura mai rivolta fino ad oggi al Presidente russo, rimproverandolo per non aver modernizzato l’esercito e definendolo un “asciugamano bagnato”.

Oltre ai contraccolpi militari e agli equilibri interni sempre più instabili, Putin deve fronteggiare anche gli effetti di un “dopo Xi Jinping” ancora indecifrabile anche per lui.Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

Da Washington all’Europa la visita moscovita del Presidente cinese evidenzierebbe per Putin un bilancio esclusivamente propagandistico. L’ Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la sicurezza, Josep Borrell, ha affermato significativamente  che l’ “amicizia” tra Cina e Russia ha dei limiti e che l’Europa dovrebbe accogliere con favore qualsiasi tentativo di Pechino di prendere le distanze dalla guerra di Mosca in Ucraina.” Per Borrell, la Cina “non ha oltrepassato nessuna linea rossa “, ed ha aggiunto che le proposte di Pechino per porre fine alla guerra hanno mostrato che non voleva allinearsi completamente con la Russia.

Come le tradizionali ombre cinesi, la visita di Xi Jinping ha mostrato in controluce la subalternità di Putin e il crescente divario strategico internazionale fra i due paesi. Ma ha delineato anche i sottili obiettivi cinesi: Russia subordinata economicamente, ma non così debole da farla implodere; evidenziare le proprie credenziali pacificatrici agli occhi del mondo emergente; e, con un occhio a Taiwan, ribaltare la legittimità percepita delle sanzioni occidentali e del sostegno militare come strumento di politica estera.

E la pace ? La pax secondo Pechino parte dal concetto che è meglio mantenere la pace che farla. Un concetto che poi evolve e si trasforma in Cina über alles ed anima del commercio mondiale.Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

In quest’ottica, secondo il Washington Post,  il risultato più interessante del vertice di tre giorni tra Vladimir Putin e Xi Jinping  è l’indicazione dell’uso dello yuan cinese per gli interscambi della Russia con i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Un nuovo tentativo, cioè, di intaccare il dominio del dollaro come baricentro del sistema finanziario internazionale.

Per l’autorevole quotidiano di Washington “L’amministrazione Biden ha gestito la guerra economica contro la Russia in modo estremamente efficace costruendo una coalizione a sostegno dell’Ucraina che comprende quasi tutte le economie avanzate del mondo. Ciò rende difficile sfuggire al dollaro verso altre valute stabili di alto valore come l’euro, la sterlina o il dollaro canadese, perché anche questi paesi stanno contrastando Mosca.”

Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro
Yuan cinese

L’analisi fa riflettere sui retroscena dello “sganciamento” dell’Arabia Saudita del principe ereditario Bin Salman dal sostegno al Credit Suisse e dalle tentazioni di Riyad, mai attuate, di vendere il greggio in yuan. Alternative che l’India sta tentando di percorrere regolando la maggior parte dei suoi acquisti di petrolio dalla Russia in valute diverse dal dollaro.

“Continuiamo a cercare l’unico sostituto del dollaro e non ce ne sarà uno. Ma la moneta potrebbe subire un indebolimento di mille tagli? abbiamo una crisi finanziaria internazionale in cui il dollaro si é indebolito anziché rafforzarsi. Mi chiedo se questo sia un segno delle cose a venire. Sembra uno scenario probabile” ha scritto Ruchir Sharma editorialista del Financial Times e coordinatore delle attività internazionali di Rockefeller Capital Management.Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

L’entrata in scena della Cina sul fronte della guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina presenta dunque orizzonti finanziari ed economici in rapida evoluzione. Facendo leva sul conflitto europeo e su tutte le contraddizioni storiche del vecchio continente, Pechino muove sottotraccia, ma con grande attenzione alle possibili conseguenze economiche, una sottile guerriglia contro il dollaro, tangibile immagine riflessa della superpotenza americana.

Il biglietto verde conferisce agli Stati Uniti una ineguagliabile forza economica e politica. Una forza che fa leva sull’intero pianeta, perché quando Washington spende all’infinito é certa che il suo debito pubblico e i suoi Buoni del Tesoro saranno acquistati dal resto del mondo. A cominciare dalla Cina, che infatti detiene quasi mille miliardi di buoni del tesoro Usa e che da creditore si é trasformata in ostaggio dell’economia americana.Russia e Cina respinte anche sul fronte del dollaro

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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