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Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

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Rubrica di critica recensioni anticipazioniVince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

 

by Adriana Piancastelli

Come un’attempata settantaquattrenne signora che ha goduto di grande prestigio e originale bellezza il Festival di Sanremo 2024, appena concluso, ha goduto di sorrisi di approvazione e celebrità, ma per continuare a convincere necessita di un lifting che ne rinnovi il fascino.

“Ama pensati libero….è l’ultimo”. Concreto e pieno di futuro lo striscione che Fiorello ha dedicato ad Amadeus, compagno di scorribande notturne.Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

Quindi avanti il prossimo – sperando che in un guizzo di genio – non sia il medesimo autore del messaggio poco subliminale.

Restituire l’originalità ad un Festival della  Canzone é anche rinunciare a concepirlo come un contenitore in stile Domenica in: evitare di passare dalle creste fucsia dei La Sad alle lacrime di un  dolore vero raccontato come una performance; godere di un attore che ha rappresentato anni di leggerezza (recitando anche – ma non soltanto – in film con musica e ballo) e ha perso i capelli in testa, non le capacità cerebrali; forse sarebbe bene  provare a ridurre  i pistolotti pacifisti che sanno tanto di alibi politicamente corretti, meglio tornare a “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, almeno è un messaggio diretto esplicito e canoro adeguato ad una vetrina di canzoni.Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

E poi evviva la sintesi! Cinque serate più diluite di un margarita in discoteca sono davvero troppe e troppo lente: che senso ha finire alla due di notte trascinando ospiti, ingoiando sbadigli e reiterando le stesse pubblicità anno dopo anno?

Tre serate belle intense, canzoni e musica con musicisti veri e qualche autore di sinfonie originali come Giovanni Allevi, traboccante di emozioni, e Dario Faini (Dardust ) coniugherebbero le richieste dell’aspetto commerciale con le istanze di chi ama la musica

La seconda e la terza serata – a parte il meraviglioso compleanno canoro di Giorgia – sono state lunghe e percepite lunghissime.

La verità, vi prego, sull’utilità di un Fantasanremo stanco suggeritore di comportamenti finti travestiti da gesti gentili (i fiori donati ai direttori di orchestra) o nipotini di irriverenze datate (fuori l’ombelico, ma ci aveva già pensato qualche ventennio fa Raffaella Carrà!) o, peggio, riesumazioni di utility di gestualità professionali come la matita sull’orecchio dei salumieri anni ’60. Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

Gradevole l’idea dei cantanti presentati dai cantanti, molto meno divertente l’effett Qui, Quo, Qua di ospiti e presentatori improvvisati che hanno letto ciascuno una riga diversa del profilo “…ed ecco a voi…”

Evviva anche cover e duetti , compresi ricordi strappaemozioni e tentazioni di flash back impietosi derockizzando i Queen, pur con un’ottima interpretazione,  banalizzando Tiziano Ferro e maltrattando Sua Maestà Lucio Battisti come nelle improvvisazioni estive delle indianate davanti ai falò, seppellite nei ricordi.

Qualche gemma a sorpresa con i Santi Francesi e Hallelujah, Alessandra Amoroso e I Boomdabash, Alfa e Roberto Vecchioni e Diodato e Jack Savoretti con una versione bella dell’eterno Amore che vieni amore che vai di Fabrizio De Andre’.Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

Geolier, Gue’,Luche’ e Gigi D’Alessio, a notte fonda, con sonorità mediterranee, strizzatine di occhio tra rap e neo melodico e dissensi della platea vincono la notte della musica e del karaoke, seguitissima ovunque con il 67,8% di share.

Qualche battuta, priva di consapevolezza e sincerità, ha perso lo smalto del nuovo somigliando alle recite scolastiche di fine anno con applausi dovuti per evitare crisi di delusione o a qualche show estivo su un palco di animazione.Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

Eppure la musica, la vera protagonista del Festival, non è stata assente. Ci sono stati sussulti in alcune basi musicali, per Angelina Mango ed Emma,  nei pezzi di Loredana Bertè,  Fiorella Mannoia, Dargen D’amico e Irama e persino in certi ritornelli di pseudo tormentoni estivi come “Un ragazzo e una ragazza” , “I’p’me tu p’te”e “Sinceramente”.

Poche sorprese, davvero poche, persino nella ballata triste di Paolo Jannacci, con la identica faccia triste del mai dimenticato papà Enzo o nella rievocazione di Gianni Morandi e la sua “C’era un ragazzo” canticchiata da una Teresa Mannino in grande forma e nei momenti politically correct del bravo presentatore che ha doverosamente letto il comunicato degli agricoltori soffocati da politiche restrittive e poco efficaci per la produttività nazionale tanto incensata a parole e spesso frenata nei fatti.

Performance in linea con lo stile “la più amata degli italiani” di Lorella Cuccarini, grande professionista e perfezionista, e con il mix genuino bombasexy-belladecasa di Sabina Ferilli.

La serata finale è tutta di Fiorello, patrimonio nazionale, effervescente e poliedrico, a volte meno sfavillante che nella comfort zone personale di Viva Raidue, sempre colonna di appoggio solida e complice per Amadeus.Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

Su il sipario e applausi lunghi per Roberto Bolle che riempie gli occhi di bellezza, plasticità  e arte nel miracolo di una danza lieve e potente del Bolero di Ravel.

Alla fine – con merito – vince Angelina Mango, voce splendida, commozione giusta, ottima base musicale, lacrime e risate e la felicità dei venti anni.

Si finisce a notte fonda, tra note sospese, qualche sbadiglio e la sensazione che, comunque sia andata, si è girata un’altra pagina del libro di un rito tutto italiano: Sanremo ipnotizza per qualche minuto o qualche giorno perché è lo specchio di una istantanea di italianità contemporanea che in un soffio diventa rituale collettivo, per quanto effimero ed epidermico, oltre la prassi solitaria ormai consueta del virtuale. Vince Mango sul nulla e il tutto di Sanremo specchio e anima pop dell’Italia

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Adriana Piancastelli
Adriana Piancastelli
Senior Osint and Media Analyst. Ha praticato il mondo delle investigazioni e dell’intelligence. Appassionata di mare cani rock e figlia non necessariamente in quest’ordine.
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