Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
by Valeria D’Onofrio
Mi piacerebbe che la Vita imponesse, attraverso i suoi messaggeri o costruttori o architetti, tipo Dei, Spiriti, Anime, Energie (vai a capire!), una regola insindacabile e intrasgredibile per noi comuni mortali: essere chiamati a rispondere di ciò che proclamiamo o, semplicemente, affermiamo. Idee, sentimenti, visioni esistenziali, politiche.
Vorrei che ad ogni singolo individuo venisse chiesto di rendere conto della corrispondenza tra intenti ed azioni, tra teoria e pratica, tra lectio magistralis e vissuto quotidiano.
Che venisse chiamato ad illustrare la contraddizione di fatto in cui è caduto e, se priva di una accoglibile e convincente giustificazione, venisse condannato a sanarla. A dare seguito, cioè, a ciò di cui, con ben o mal-celata ostentazione, si era fatto profeta, magari guardando dritto negli occhi o ”in camera” il proprio interlocutore.
Perché succede che l’abbondanza in cui viviamo ha finito per sottrarre forza all’Essenza. È la quantità che ha annullato la qualità. È accaduto con le fotografie, con i sentimenti, con l’informazione…
Ma quel che è più grave é che è accaduto con le Parole. L’uso smodato che se ne fa, senza una chiamata a risponderne, ci ha permesso di poter dire tutto e fare il contrario di quel tutto, restando impuniti dal Sistema (che poi siamo noi), e spesso dalla Vita.
Le Parole non hanno più un peso, il valore sacro che meritano, e allora possono essere messe insieme in proclami, più o meno arditi, puntualmente disattesi, senza conseguenze sensibili per l’attore, ma nefaste per la comunità umana, tutta ma anche per quella animale e vegetale).
In questo processo di impunità gli effetti più devastanti, forse irreversibili, sono dati dall’imbarbarimento dei rapporti interpersonali, sociali, istituzionali. Un avvelenamento in minuscole dosi, dunque, impercettibile nel suo divenire, che ci ha resi esseri (dis)umani peggiori, proprio perché inconsapevoli.
Tutto ciò che viviamo é la diretta conseguenza di questa inesorabile divaricazione tra ciò che, con tanta leggerezza, dispensiamo a parole (in qualsiasi contesto, privato o pubblico che sia) e quanto siamo davvero in grado di dar seguito ad esso.
Se vogliamo sperare ancora di salvarci é necessario che un Dio qualunque ci sottoponga ad un severissimo e inappellabile Giudizio Universale di Autenticità. Perché l’Autenticità è molto, molto faticosa.
Only the brave…Prego laicamente per le nostre… Anime. E Amen.
Probabilmente scaturite da un accumulo di deludenti constatazioni esistenziali, le più che condivisibili considerazioni sull’autenticità espresse dalla giornalista e autrice radiotelevisiva Valeria D’Onofrio confermano la saggezza dell’affermazione: “cercando di sembrare ciò che non siamo, cessiamo di essere quel che siamo”, dello scrittore tedesco Ernst Jünger.