C’è un’emergenza nell’emergenza che cresce all’interno delle nostre case e corre sul web: è la violenza esponenziale sulle donne determinata dal lockdown.
Alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorrenza che assume un significato ancora più forte nell’anno della pandemia che sta provocando un’impennata di violenze domestiche, l’85% dei giovani nati tra il 1997 e il 2007 sono consapevoli e preoccupati del reale allarme femminicidi che avvertono in Italia.
E’ questa la visione dei teenagers che emerge dall’ultimo questionario dell’Osservatorio di Terre des Hommes e ScuolaZoo sulla percezione della violenza, delle discriminazioni e stereotipi di genere, del bullismo, cyberbullismo e sexting fra la Generazione Z italiana.
I ragazzi interpellati hanno ben chiaro che la violenza di genere è reale e si consuma ai danni delle ragazze e delle donne in molti modi e forme, subdole o palesi, attraverso gesti, parole o comportamenti discriminatori, ed è un ostacolo concreto allo sviluppo delle ragazze come persone, come protagoniste della società, come risorse per l’economia.
“I ragazzi e, soprattutto le ragazze, ne sono consapevoli, percepiscono la violenza e la discriminazione di genere come un’urgenza su cui intervenire e vogliono essere protagonisti in prima persona di un cambiamento che avvertono sempre più centrale sia a livello locale che a livello mondiale” sottolinea all’agenzia AdnKronos Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes.
Il questionario evidenzia come a proposito della violenza subita dai teen agers almeno una volta nella vita, emergono al primo posto gli atti di bullismo (45%) che se sommati a quelli di cyberbullismo (16%) interessano oltre 6 ragazzi su 10. Seguono la violenza psicologica da parte di coetanei (42%), insulti a sfondo sessuale da parte di estranei online (36%), la violenza psicologica da parte di adulti (24%).
Il posto di lavoro è il primo tra i luoghi in cui c’è più violenza e discriminazione contro le ragazze e le donne: lo pensa il 66% dei ragazzi. Il 48% avverte come luogo di discriminazione il web, e il 33% indica gli ambienti della politica. Quanto alle minacce maggiori per gli adolescenti, il 34% ritiene che sia la violenza sessuale, seguita con un distacco di 5 punti percentuali dalle droghe (30%) e da bullismo e cyberbullismo che insieme raggiungono il 28% delle risposte.
Ma cos’è una molestia sessuale? Per il 76% lo è qualsiasi contatto fisico indesiderato; il 59% indica il fenomeno del revenge porn e la stessa percentuale parla dei comportamenti ”inappropriati” a sfondo sessuale su web e social, e del tentativo di violenza fisica.
La mamma rimane la persona di cui i ragazzi si fidano di più: il 36% la considera il punto di riferimento in caso di difficoltà. Solo 1 su 4 indica gli amici e 1 su 10 il fratello o la sorella. Ancora più giù troviamo il partner (9%) e poi il papà (6%). La figura dell’insegnante non raggiunge l’1% delle risposte (0,7%). Il 48% confiderebbe alla mamma una violenza subita, seguita immediatamente dagli amici (46%); ben distanziati troviamo il partner e il papà (entrambi al 21%) e il fratello o la sorella (18%). Significativo che più di 1 su 10 (11%) dichiari che non si confiderebbe con nessuno. La scuola non è dunque percepita come baluardo dinanzi a un pericolo, anzi addirittura il 20% del campione lo ritiene il luogo in cui si sente meno sicuro.
Il 54% degli studenti che hanno partecipato al questionario ritiene che le molestie sessuali siano la forma di discriminazione peggiore che subiscono le donne, ma a questo dato si associa quello sulla discriminazione economica, che viene riconosciuto dal 13% degli intervistati, e sul mancato riconoscimento delle proprie capacità, segnalato dal 19%.
Più della metà degli intervistati (51%) è stato spettatore di forme di violenze verbali, il 39% di forme di violenza psicologica, ed 1 su 4 ha assistito ad episodi di violenza fisica come schiaffi e calci (14%) e lancio di oggetti (10,5%). Ma c’è anche un 33% di ragazzi che dice di non essersi mai trovato di fronte a violenze contro le donne.
Guardando fuori dall’Italia, ai paesi più poveri del mondo, il 77% dei giovani vede nei matrimoni forzati una delle più penose piaghe subite dalle ragazze, seguito da abusi e maltrattamenti (65%), prostituzione e tratta (54%), gravidanze precoci e violenze sessuali (entrambe al 45%), mutilazioni genitali e sfruttamento lavorativo (entrambi al 37%).
Il questionario è stato distribuito online sui social ed in tutte le 349 scuole d’Italia in cui sono presenti i Rappresentanti d’Istituto ScuolaZoo, un network nazionale apartitico delle scuole superiori che collabora per migliorare la scuola italiana in modo inclusivo e partendo dai ragazzi. All’iniziativa, finanziata dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno già aderito 12 Web Radio di tutto il territorio nazionale.
Fonte: Adnkronos