Una nomina che sa di successione al soglio di Pietro quella del Cardinale Matteo Zuppi al vertice della Conferenza Episcopale Italiana.

Una doppia profezia che ricorre nel suo destino fin dalla nascita: quinto di sei figli del giornalista romano Enrico Zuppi e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Carlo Confalonieri. Con la contestuale predestinazione della carismatica vocazione all’umiltà e all’assistenza dei poveri del futuro sacerdote, parroco e vescovo Ausiliare della Capitale, guida spirituale della Comunità di Sant’Egidio e dal 2015 Cardinale Arcivescovo di Bologna.

Un porporato che risponde alle domande sui massimi sistemi con frasi semplici e sincere: “Sono un testimone del Vangelo. Mi prendo cura degli ultimi. Sono sempre stato un sacerdote che si è preoccupato di incontrare il prossimo e non perché ero un prete moderno, ma semplicemente perché questo è il principale compito della Chiesa”.
In perfetta sintonia con Papa Francesco, il neo Presidente della Cei, un Presidente giovane per l’anagrafe vaticana, 67anni, ha evidenziato come la Chiesa deve restare aperta, lasciando da parte il timore di non essere compresa o di essere una minoranza. Perché alla fine il bene ha sempre il sopravvento sul male.

Di grande significato morale e civile è in proposito il richiamo e il riferimento al tema della giustizia e della verità in concomitanza con la nomina del Cardinale Zuppi al vertice della Conferenza Episcopale, una dichiarazione che impegna tutti i vescovi italiani: “Proprio in questi giorni, a distanza esatta di trent’anni, stiamo commemorando i morti della strage di Capaci e di via d’Amelio, in cui hanno tragicamente perso la vita i giudici Falcone e Borsellino, insieme con altri familiari e servitori dello Stato. E’ l’occasione – sottolinea la Cei – per fare memoria anche di Rocco Chinnici, Piersanti Mattarella, Rosario Livatino, don Pino Puglisi e di tanti altri martiri della giustizia. A tutti loro si addice la beatitudine che Gesù annuncia nel Discorso della montagna: ‘Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi é il regno dei cieli”.
Nonostante le buone condizioni generali di salute, a parte gli acciacchi a un ginocchio, con l’avanzare dell’età di Papa Francesco, che a dicembre compirà 86 anni, il tema della continuità dell’azione riformatrice dell’attuale Pontefice è sempre più al centro delle prospettive degli ambienti ecclesiali.
La selezione di un successore-continuatore e non restauratore, ha rappresentato infatti la ratio che ha mosso le scelte operate nei sette Concistori che hanno caratterizzato i nove anni di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
