Aziende e manager fuori controllo
Conti in tasca alle aziende e ai banchieri che licenziano i dipendenti. Considerate le varie voci di remunerazione e il fair value delle azioni ricevute come incentivo, un amministratore delegato delle banche italiane può guadagnare oltre 100 volte lo stipendio medio di un bancario del suo gruppo, che deve così lavorare tre vite per avere la stessa retribuzione annuale.
Uno studio del sindacato First Cisl fa i conti in tasca ai vertici di tutti gli istituti di credito e segnala multipli fra i salari dei dipendenti e quelli dei vertici che in alcuni casi raggiungono le 40, 50 e appunto 122 volte. Per il Segretario Generale della FIrst Cisl, Giulio Romani “ci vuole subito una legge” del nuovo governo per “stabilire un tetto e soprattutto legare le retribuzioni dei manager a obiettivi di carattere sociale in un arco temporale di medio lungotermine”.

La proposta del sindacato, spiega Romani, è di una legge che raccolga le norme europee e internazionali elimini le possibili lacune interpretative ad esempio sulla questione dei bonus di entrata e di, uscita e aggiunga altre norme. Ora in Italia le indicazioni Eba ed europee sono recepite da un regolamento di Banca d’Italia, soggetto a modifiche e ampliamenti, che stabilisce appunto il rapporto massimo tra retribuzione fissa dei top manager e retribuzione media dei dipendenti e un compenso variabile dei vertici al massimo doppio rispetto alla parte fissa.
L’idea della First Cisl è quella di una norma che preveda però che almeno un terzo dei salari manageriali debba essere vincolato all’effettivo conseguimento di obiettivi, verificabili, di natura sociale quali, ad esempio, la crescita dell’occupazione, la stabilità di valore dei prodotti finanziari emessi, la qualità del credito erogato e l’offerta di educazione finanziaria alla clientela. Le politiche di remunerazione dei top manager – specifica Romani – andranno verificate da commissioni paritetiche tra aziende e rappresentanze dei lavoratori e l’assemblea dei soci dovrà esprimersi in merito. Sono regole che mirano ad escludere azzardi nella gestione manageriale e per questo la First Cisl ritiene che la loro eventuale violazione diventi un vero e proprio fattore di rischio operativo e comporti dunque uno specifico accantonamento a riserva e l’inibizione dall’emissione di obbligazioni subordinate”.
La mappa delle aziende in crisi
Sono migliaia i posto di lavoro a rischio nelle 12 aziende italiane in crisi. Da Trony a Valtour, dalla grande distribuzione al turismo molti settori stanno pagando le conseguenze dell’onda lunga dela crisi, della concorrenza spietata dei giganti dell’e-commerce, dell’indifferenza della politica.
Tante le chiusure o i drastici rididimensionamenti di piccole e medie aziende diffuse sull’intero territorio nazionale, che non sempre conquistano la ribalta della cronaca ma che determinano pesanti conseguenze sull’occupazione del territorio.
Alcune vertenze sono giunte ai tavoli del ministero dello Sviluppo economico, ma nessuna ha trovato finora una vera e propria soluzione. Ecco in sintesi le situazioni più critiche
- Trony
Saracinesche abbassate per 35 negozi di Dps Group in fallimento in Puglia, Basilicata, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto; 466 lavoratori prima sospesi senza retribuzione (avvertiti con un messaggio telefonico che il punto vendita aveva chiuso) poi coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo. Al momento è stata presentata un’offerta di acquisto per 8 negozi. Prossimo incontro entro fine mese al Mise ma non è stato ancora programmato.
- Mediamarket Mediaworld e Saturn
Chiusura dei punti vendita di Grosseto e Milano stazione Centrale; trasferimento della sede di Curno (Bg) a Verano Brianza; soppressione del bonus presenza e della maggiorazione economica del 90% per il lavoro domenicale (riconoscendo solo il 30% previsto dal contratto nazionale); interruzione del contratto di solidarietà in 17 punti vendita (in Liguria, Piemonte, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna) per 115 ‘full time equivalent’ corrispondenti a circa 200 dipendenti. Dopo l’incontro al Mise del 12 aprile, non è stata fissata una nuova data.
- Todì
Presentata richiesta di concordato preventivo in continuità e avviata procedura di trasferimento di 61 punti vendita in Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Piemonte dove sono occupati 324 addetti. Ipotesi cessione di complessivi 99 punti vendita. Per i sindacati vi è il rischio di dumping contrattuale nei passaggi del personale a nuove proprietà. Prossimo incontro al Mise entro il mese di giugno.
- Auchan
Chiusura degli ipermercati di Napoli Argine e Catania La Rena, dove sono occupati complessivamente circa 260 addetti. I lavoratori sono in agitazione. Contratti di solidarietà sono in corso nel gruppo che nel 2015 aveva avviato la procedura di licenziamento collettivo per 1.400 dipendenti. Prossimo incontro l’8 maggio.
- Dico Discount
Cede parte della rete e attende l’ok sul piano concordatario; l’acquirente sarà reso noto entro il prossimo 19 aprile (fatto salvo proposte più vantaggiose). Sindacati preoccupati per il possibile peggioramento delle condizioni salariali e per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Prossimo incontro a fine maggio.
- Limoni Douglas
Tra giugno e luglio 2018 è prevista la fusione per incorporazione delle società La Gardenia e LLG in Limoni e a gennaio-febbraio 2019 la fusione di Limoni in Douglas. Le società hanno previsto la chiusura di 26 negozi e la vendita di una ventina di punti vendita (per prescrizione dell’Antitrust). Prossimo incontro il 30 aprile.
- Conbipel
Avviata procedura di licenziamento collettivo, seconda crisi nel giro di 5 anni: previsto contratto di solidarietà per i punti vendita di Novara. Alle lavoratrici del negozio Castelvetro Piacentino, che è stato chiuso, è offerta la ricollocazione a Cesano Boscone (Mi). Possibile ricollocazione anche da Palladio e Montecchio a Bassano.
- Mercatone Uno
Il gruppo è in amministrazione straordinaria dal 7 aprile 2015; i commissari straordinari hanno individuato un aggiudicatario che garantirebbe la continuità aziendale dei 74 negozi (59 attivi) con 3.000 dipendenti circa. Prossimo incontro entro il mese.
- Conforama
Annunciati 77 esuberi in Sardegna e Sicilia evitati con il ricorso ai contratti di solidarietà: la riduzione dell’orario di lavoro fino a marzo 2019 coinvolgerà 446 lavoratori.
- Md e Maury’s
Contratti trasformati da tempo indeterminato a tempo determinato a Latina, Fondi e Terracina e stipendi dati a singhiozzo.
- Unieuro
Apertura di nuovi negozi e chiusura di altri; contratti di solidarietà in numerosi punti vendita. Prossimo incontro l’8 maggio.
- Valtur
Avviata liquidazione e procedura di licenziamento collettivo per 108 dipendenti a tempo indeterminato,a cui si aggiungono 123 lavoratori a tempo determinato; cessazione delle attività in 11 villaggi e ricerca di acquirenti. Al ministero sono pervenute notizie di interesse per l’acquisizione che mantenga l’integrità del marchio ma Investindustrial di Andrea Bonomi è interessata alla cessione anche ‘a spezzatino’. La prossima settimana il ministro Carlo Calenda ha annunciato “un ultimo tentativo” anche se la situazione appare “compromessa” e le possibilità di intervento limitate vista la procedura.
Fonte: Agenzia Italia