Le piaghe dell’ Australia
In Australia medici e infettivologi hanno lanciato l’allarme per una misteriosa epidemia in fase di peggioramento di Buruli, un’ulcera che consuma la carne, nello stato di Victoria.
Negli ultimi quattro anni casi australiani di Buruli, una malattia della pelle diffusa comunemente in Africa, sono aumentati del 400%. Le infezioni si sono anche aggravate e si diffondono in aree diverse della cute. I medici non sanno come prevenire la malattia, causata da un batterio, che solo lo scorso anno hanno ha registrato 275 casi in Victoria, un record e un aumento del 51% su un anno prima. L’infettivologo Daniel O’Brien ha detto alla Bbc che i casi di Buruli, causata dal batterio Mycobacterium ulcerans, sono diventati “spaventosamente più comuni e gravi” nella regione.
Non è chiaro il motivo per cui l’ulcera, che tipicamente si diffonde nelle zone tropicali, sia comparsa nel clima temperato del Victoria. I batteri emettono tossine che danneggiano le cellule epiteliali, i piccoli vasi sanguigni e il grasso subcutaneo, conducendo alla formazione di ulcere che nel tempo aumentano di dimensione e possono lasciare cicatrici permanenti. La malattia attacca di solito gli arti, ma si può contrarre anche sul volto e sul corpo.
I medici non sanno come si trasmetta, ma ritengono che ambiente e suolo abbiano un ruolo. Secondo altre teorie le zanzare potrebbero essere vettori. I sanitari australianii chiedono finanziamenti per fare ricerca sulla malattia e sulle sue cause.

“Nessuno comprende cosa stia succedendo e cosa causi l’epidemia” ha detto O’Brien. “Possiamo fornire indizi, ma non un parere definitivo, è un mistero”. Le ulcere guariscono con difficoltà e in tempi lunghi, dai sei a dodici mesi, e c’è chi si deve sottoporre a interventi di chirurgia ricostruttiva.
Diagnosticata per la prima volta nel 1897, fino adesso l’ulcera del Buruli si è manifestata principalmente nell’Africa subsahariana rurale, specialmente in Costa d’Avorio,e si era estesa all’ Asia. Sono stati riscontrati casi in più di 32 Paesi. Ogni anno si verificano dai cinque ai seimila casi. Oltre che nell’uomo, la malattia si verifica anche in diversi animali.