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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Antonino Cangemi
Mentre sui media scorrono le immagini terrificanti delle stragi di mare, con in primo piano imbarcazioni in balia delle onde e le bare di uomini, donne e bambini colpevoli di avere voluto sfidare un destino crudele affidandosi al viaggio della speranza e della disperazione, è lecito appellarsi alla pietas riposta in un angolo della nostra anima, invocarla e sollecitarla.![Bambini sulla soglia del filo spinato](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2023/03/filo-spinato-600x393.jpg)
Già, perché è alla legge della pietas, e solo a essa, che ci si deve piegare dinanzi alle sofferenze più strazianti generate dai peggiori orrori di un’umanità deviata. E’ questo il messaggio di un singolare libriccino – Sulla soglia del filo spinato. Storia di una bambina trasparente e di un bambino con un nome – scritto a quattro mani da Fabiana Cusumano e Fabio Gabrielli ed edito da Libridine.![Bambini sulla soglia del filo spinato](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2023/03/9788895536781-0-536-0-75-424x600.jpg)
Il libro è il dialogo immaginario tra una bambina che vive in un lager contraddistinta da un numero invece che da un nome e di un coetaneo dall’esistenza normale. Ma è anche il dialogo tra una scrittrice con vocazione lirica (Cusumano ha pubblicato più di una raccolta di poesie) che dà voce alla bambina deportata e un filosofo (Gabrielli, autore di diversi saggi, insegna Filosofia della relazione alla School of Management dell’Università Lum, campus di Milano) alter ego di Numa, il “bambino sazio di una qualche metropoli occidentale”, come si legge sul retro di copertina: due sensibilità, due intelligenze diverse con linguaggi differenti che si interrogano sull’esistenza del male tra gli uomini e sulle risposte da darvi.
La bambina del lager ha un numero sull’avambraccio che “gli fa compagnia la notte”. Dai numeri è ossessionata: “Non so quanti anni ho. Non so se i numeri invecchiano…Sono numeri luminosi pure le stelle”. Vorrebbe varcare la frontiera segnata dal filo spinato, vedere che cosa vi è oltre e “dove portano i treni”, scoprire se esiste un posto dove potrà avere un’identità, ricevere attenzioni e non solo violenze, godere di una elementare, pur minima considerazione. Per salvarsi si nutre di parole e di storie, quelle che inventa con la sua feconda fantasia; “Le parole sono creature potenti, più degli schiaffi, delle urla e dei pugni. Più delle menzogne”. Le parole la preservano dalla pazzia e la proiettano, con la loro forza immaginifica, in universo di luce opposto agli angusti e soffocanti ambiti cui è condannata.
![Bambini sulla soglia del filo spinato](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2023/03/28-bia-memria2-600x337.jpg)