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Base Pd: Renzi può non piacere ma dice cose concrete

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Rubrica di critica recensioni anticipazioniBase Pd Renzi può non piacere ma dice cose concrete

by Francesco Macchiarella*

Politicamente il 2021 inizia dal duello Renzi Conte, col quale era finito l’anno precedente. Coloro i quali hanno vissuto la Tv del decennio scorso ricorderanno Giucas Casella, l’illusionista di origini siciliane il cui “numero” più famoso consisteva nello svelare quanto egli stesso aveva scritto in un biglietto, chiuso poi in una busta, che conteneva la risposta a una domanda che l’interpellato di turno aveva dato in diretta.Base Pd Renzi può non piacere ma dice cose concrete

Manca pochissimo ormai, giorni o forse ore, al momento in cui ciascuno di coloro che si sono interrogati sull’esito delle critiche, o ultimatum come sono state chiamate, mosse da Renzi all’indirizzo del Presidente del Consiglio svelino quale scenario avevano immaginato ci riservasse l’imminente futuro. Giornalisti, politici di rango sia di maggioranza che di opposizione, commentatori a vario titolo, conduttori di talk show, costituzionalisti, blogger, gente impegnata in politica a vario titolo, opinionisti di strada (visto che per ora al bar non si può chiacchierare) potranno svelare al mondo italico quale era stata la loro previsione di epilogo.

Francamente non confidiamo molto che ciò avvenga anche perché è assai probabile che un cospicuo numero di costoro dovrebbe ammettere di aver sbagliato.

C’è un aspetto però che fatichiamo a capire e se ne ipotizziamo una lettura ci assalgono dubbi e preoccupazioni.

Sappiamo che il Senatore di Rignano, per torti accumulati in una tal misura che comunque risulta difficile assai enumerare senza ricorrere a slogan o fake news, risulta ormai da qualche anno il destinatario preferito di ogni tipo di insulto o denigrazione “a prescindere”.

Il fenomeno crediamo andrebbe approfondito da diversi punti di vista che non staremo qui a elencare, ma avanzeremmo il sospetto che servirebbe una sorta di psicoanalisi di gruppo.Base Pd Renzi può non piacere ma dice cose concrete

Prima di esser catalogati come renziani, aggettivo che oggi rischia di rappresentare una valutazione spregiativa, proveremo a discettare brevemente su quell’aspetto cui accennavamo prima.

Un paio di settimane fa Renzi aveva illustrato con un intervento in Senato alcune sue “osservazioni” al piano ammannito nottetempo alla maggioranza dal Presidente Conte. Lo aveva fatto con la chiarezza di chi è dotato della – rara ormai – vis oratoria che certo non gli difetta. Poi tre giorni prima della fine dell’anno, poco prima che il Senato fosse costretto a votare una legge di bilancio senza poter mettere bocca causa l’incombente esercizio provvisorio, lo ha fatto con una conferenza stampa trasmessa in diretta sui social, quindi è intervenuto in Senato sulla approvazione della legge di bilancio ribadendo quanto nella sostanza già espresso precedentemente.

L’aspetto che ci cruccia consiste nella constatazione che parrebbe a nessuno interessi il merito delle questioni sollevate ma solamente il metodo che ca va sans dire viene giudicato il peggiore possibile nell’incombenza epidemica.

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Sabino Cassese

Se c’è qualcuno che lo fa – vedi per tutti Sabino Cassese – non fa mai riferimento alle dichiarazioni del leader di IV, ma lo fa a prescindere.

Osserveremmo quanto al metodo: quale sarebbe il metodo più consono a muovere osservazioni e critiche al piano per il Recovery Fund ? Se questo ha contenuti lacunosi, assegnazione di somme cospicue con destinazione non condivisibile, cosa dovrebbe fare l’esponente politico che rappresenta una compagine che appoggia il Governo?

E se piuttosto che manifestare il proprio disaccordo sull’impianto delle norme che segneranno la ripresa o un triste declino del Paese con interventi palesi e esponendosi alle domande di giornalisti avesse operato secondo i dettami della politica cui siamo tristemente abituati facendo riunioni segrete piuttosto che mettendo in campo tutto l’armamentario degli inciuci di Palazzo, sarebbe stato meglio?

Parrebbe lo faccia già più di un parlamentare di maggioranza senza suscitare né critiche né reprimenda da parte dei suddetti commentatori di varia estrazione.

Forti della nostra formazione leguleia, sottolineeremo pure come il Renzi abbia messo in evidenza anche un altro allarmante aspetto che riguarda la imminente entrata in vigore di una legge di riforma della Giustizia che costituirebbe un allarmante passo indietro della civiltà giuridica di cui l’Italia si vanta a ragione esser stata la culla.Base Pd Renzi può non piacere ma dice cose concrete

Per non parlare della conferenza stampa di fine anno del PdC, nel corso della quale troviamo arduo scovare un contenuto vero, fuori dal verbo avvocatese….

Ma il metodo di cui si diceva prima è il solo aspetto che viene preso sin considerazione quasi che in nome della emergenza si debba e si possa esser disponibili a far passare tutto e di tutto attraverso i rami del Parlamento senza sollevare alcuna questione che non sia marginale oppure destinata a spostare qualche prebenda da un capitolo all’altro.

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Mario Draghi

Troviamo per concludere come appaia indispensabile che la intellighenzia del Paese, le persone veramente colte che non levino la voce o lancino strali a giorni alterni solo per raccattare qualche comparsata in Tv, riescano a farsi sentinelle loquaci nel senso buono, a farsi carico di iniziative, tavole rotonde, interventi in ogni occasione utile per scongiurare il pericolo che dopo la pandemia ci si ritrovi un Paese in condizioni assai simili a quelle in cui si trovò nel dopoguerra, ma senza quella spinta qualitativa che portò l’Italia a essere annoverata tra le prime sette potenze al mondo.

Qualche giorno fa Mario Draghi ha lanciato – crediamo violentando la sua proverbiale riservatezza – un chiaro monito che pare sia rimasto a dir poco inascoltato. Non rimane che auspicare che il 2021 sia per molti l’anno della resipiscenza.

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Francesco Macchiarella*

*Avvocato dirigente regionale del Pd

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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