Margelletti: analisi della tragedia in corso in Iran
Specchio di tutte le tragedie del medio oriente, l’Iran rischia di precipitare in un bagno di sangue. Disperata e senza appoggi da parte delle forze armate, rigidamente controllate dai fondamentalisti, la rivolta degli studenti, esplosa in tutte le università e le città del paese, è destinata ad essere repressa con arresti ed esecuzioni di massa.
Sulla pelle dei giovani iraniani si stanno decidendo numerose sfide internazionali e all’interno della stessa ex Persia. E paradossalmente i falchi internazionali, determinati a relegare l’Iran ai margini dell’economia globale, sono di fatto alleati con i nemici di sempre: i nostalgici del regime komeinista.
“Un cinico gioco al massacro che rischia di deflagrare” denuncia Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali ed esperto di intelligence e strategie geopolitiche.
- Nonostante le decine di vittime e la repressione la protesta dilaga. Fino a quando ?
“L’Iran è un paese giovane, protesto verso lo sviluppo e l’Occidente. Ma gli studenti non ce la fanno in più, sono socialmente, culturalmente ed economicamente soffocati. La rivolta nasce dalla certezza della fine delle speranze di ottenere le riforme tanto attese e promesse dal Presidente Rouhani, che i giovani hanno votato in massa. Riforme che nonostante le intenzioni, Rouhani non può varare per assoluta mancanza di risorse a causa dell’isolamento internazionale dell’Iran”
- Mancanza di risorse causate anche dai dispendiosi interventi a Gaza, in Libano e in Siria. E i conservatori eredi dell’intransigenza komeinista?
“ I fondamentalisti stanno a guardare. Logorano Rouhani e i riformisti, in attesa che la situazione precipiti e si vada a nuove elezioni, che contano di vincere per restaurare il regime degli ayathollah”
- Senza uno spiraglio, un compromesso che possa dare una mano agli studenti, si va verso un bagno di sangue?
“ E’ una previsione che purtroppo va presa in considerazione”
- Alternative?
“ L’apertura dell’occidente alle immense potenzialità commerciali e energetiche dell’Iran”
- Prevarrà la realpolitik o il cinismo della sindrome della guerra fredda?
“ La sindrome della guerra fredda si alimenta creando o ingigantendo nemici….”