Cina fucina ed incognita dell’occidente. Come la volpe il regime comunista di Pechino sfrutta la potenza di Stati Uniti ed Europa pronta al balzo risolutivo, oppure, come sostengono gli economisti, la Cina è in realtà un elefante in bicicletta che se rallenta rovina a terra ?
Dall’analisi dell’esponenziale potenzialità nucleare, militare, economica, e dalla sconvolgente capacità di scatenare una guerra batteriologica, evidenziata dalle responsabilità dirette o indirette della diffusione della pandemia di Covid 19, emerge il ruolo di crescente antagonismo della Cina.
Un’ antagonismo che segue una rotta di inevitabile collisione col resto del mondo. Un intero mondo sottoposto a tappeto dalla Cina ad una sistematica e gigantesca azione di spionaggio per carpire segreti e brevetti industriali, economici e militari.
Insomma cosa è davvero la Cina ? Al di là dei circostanziati j’accuse recentemente espressi dal Presidente Usa Joe Biden, dalla Nato, dai leaders del G7 e dell’Europa, secondo la concorde convergenza delle opinioni e delle valutazioni i tutti gli analisti e osservatori, quello cinese è un regime dittatoriale, illiberale, repressivo, ossessivo, violento e che disconosce i più elementari diritti civili.
In Cina semplicemente non esiste la libertà di espressione e i cittadini vengono capillarmente controllati e spiati. Il paese applica la pena capitale, ma l’altissimo numero di esecuzioni viene mantenuto segreto.
Nel recente rapporto Locked Up dellla Ong Safeguard Defenders si sostiene che la Cina abbia inoltre intensificato l’uso della detenzione segreta senza processo, creando uno dei sistemi di sparizioni forzate più estesi al mondo. Sparizioni e detenzioni che coinvolgono anche cittadini stranieri, come evidenziano i casi dei canadesi Michael Spavor e Michael Kovrig.
Sparizioni e detenzioni segrete che si aggiungono al sistema dei Laogai, i campi di concentramento istituiti da Mao Zedong nel 1950 seguendo l’esempio dell’Unione Sovietica di Stalin dove erano in piena funzione i Gulag.
Come fronteggiare l’emergenza cinese? In ogni caso sarebbe fatale l’errore di adottare l’atteggiamento di Ennio Flaiano, secondo il quale “capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.”
Piuttosto alla infinita pazienza cinese bisognerebbe contrapporre un’altrettanto infinita, ma salda e incorruttibile, pazienza delle democrazie occidentali. Facendo tesoro del proverbio cinese che ammonisce: “devi attraversare il fiume prima di dire al coccodrillo che ha un cattivo alito…”