La necessaria sintonia fra Quirinale e Governo
Tutto il governo minuto per minuto. Premier e Ministri last minute, con contorno di contratto in progress. Il Parlamento ribolle di indiscrezioni e previsioni: Di Maio a Palazzo Chigi e alla Lega tutto il resto, dall’Interno ,allo Sviluppo, all’Agricoltura al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi.
Oppure Premier Giorgetti e 5 Stelle al timone dei dicasteri più importanti. Gli annunci di traguardo in vista si susseguono. Ma gli scogli del contratto rimangono molto acuminati e sono in grado di far naufragare il Transatlantico delle trattative.
Lo scoglio più grande è quello dell’
Europa. Prima ancora dei
profili di incostituzionalità del sedicente
Comitato di conciliazione previsto dalla
bozza di contratto, l’impatto del ruolo dell’
Unione Europea sul programma del
Governo giallo verde rischia di prefigurare una inedita incompatibilità di coabitazione fra un governo sostanzialmente anti europeo e un
Presidente della Repubblica garante della
Costituzione, e quindi del rispetto dei trattati europei e delle alleanze internazionali alle quali il Paese ha liberamente aderito, idealmente prima ancora che politicamente.
Una cohabitation ben diversa da quelle verificatasi in Francia fra il socialista Presidente della Repubblica François Mitterand e il Primo Ministro neogollista Jacques Chirac o quella successiva fra lo stesso Chirac e il premier socialista Lionel Jospin.
Fra Quirinale e Palazzo Chigi è difficile, per non dire impossibile, perfino immaginare divaricazioni operative in politica estera. Strade divergenti fra un Presidente della Repubblica impegnato a far rispettare i cardini europei della Costituzione e un esecutivo, per esempio, promotore di un referendum sull’Euro. Per non parlare della Nato e della collocazione dell’Italia nell’ambito delle alleanze internazionali.
Scenari da crisi istituzionale che tanto Movimento 5 Stelle che Lega sono ancora in grado di disinnescare.