C’è una subdola guerra incivile in atto in Italia. Una guerra contro le donne, che in molti fanno finta di non vedere e della quale non si parla mai abbastanza. Una strage quotidiana che dall’inizio dell’anno ha provocato 103 vittime, 103 donne uccise, cioè quasi il 40% dei 252 omicidi commessi nel Paese. Numeri da bollettino di guerra ai quali bisogna aggiungere gli 89 casi al giorno delle donne vittime di reati di genere in Italia, con l’aggravante che nel 62% delle denunce si tratta di maltrattamenti in famiglia.
Psicologica, economica, sessuale, via web, attraverso stalking, discriminazioni e disparità di genere: la violenza contro le donne ha molteplici forme e sembra non conoscere confini. Per gli italiani è tra le priorità urgenti dell’agenda politica del Paese: una criticità primaria da risolvere sia se si parla di violenza fisica (60.8%), sia se si parla di quella psicologica (57.8%).
Un’affermazione di principio che poi però si scontra con atteggiamenti di discriminazione radicati nella società e con la sottovalutazione, per esempio, del fenomeno dello stupro. Sebbene infatti secondo l’Istat circa il 5% delle donne 16-70enni (1 milione 157 mila) abbia subito stupro o tentativo di stupro, più del 40% degli italiani pensa che questo dato non superi il 3%.
Una sottovalutazione molto più frequente tra gli uomini che tra le donne. Questi alcuni dei dati emersi da una ricerca demoscopica realizzata da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana, presentati in occasione dell’evento ‘Tutti i volti della violenza’, promosso da Rete Antiviolenza del Comune di Milano e Gilead Sciences Italia.
La fotografia che ne risulta è sconvolgente. Un italiano su quattro pensa che non si possa davvero considerare una forma di violenza e commenta un abuso fisico subito da una donna affermando che è meno grave perché gli atteggiamenti di lei, il suo abbigliamento o aspetto comunicavano che era ‘disponibile’. A pensarlo sono in maggioranza gli uomini (30%), ma anche la percentuale delle donne è significativa (20%).
Circa 3 persone su dieci non considerano violenza ‘dare uno schiaffo alla partner se lei ha flirtato con un altro’; tra le donne, ne è convinto il 20%, mentre la percentuale sale al 40% per gli uomini.
Ancora, un italiano su tre non considera violenza forzare la partner a un rapporto sessuale se lei non ne ha voglia: lo pensano circa quattro uomini e tre donne su dieci.

Numeri che raccontano di un’Italia ancestrale più che patriarcale, in cui c’è ancora tanto da fare in termini di informazione e sensibilizzazione. Una questione culturale che non è appannaggio dei soli uomini, ma che riguarda anche le donne. “Quello che emerge – sottolinea la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese – è che il problema dei femminicidi è un problema sociale: perché quello che abbiamo visto in questi mesi sono uomini, compagni, mariti che tante volte si sono rivalsi anche sui bambini, sui figli. Perché è un modo per dire che le ‘donne sono di loro proprietà’. Ecco perché l’urgenza di procedere con norme nuove da portare avanti anche in sinergia con le altre amministrazioni che sono interessate” ha affermato la Ministra dell’Interno Lamorgese a Catania in occasione della presentazione della campagna contro i femminicidi, denominata <<Questo non è amore>>.
“Affrontiamo il tema della violenza di genere ben consapevoli della sua estrema gravità. Sappiamo che è una prerogativa assoluta, una battaglia di civiltà. Accettiamo questa sfida coscienti dell’elevata professionalità che le varie articolazioni dell’Amministrazione della pubblica sicurezza hanno maturato in questi anni” ha affermato il capo della Polizia, Lamberto Giannini, che ha sottolineato come “la sfida più grande è convincere ogni singola vittima, oggetto di violenza, ad uscire dal silenzio”.

”Dobbiamo proteggere le donne che trovano la forza di dire basta alla violenza. Come ha affermato anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, la protezione delle donne è una priorità assoluta per il governo e sono convinta che garantire loro una tutela di Stato nei casi più estremi e con il consenso della vittima sia la strada più giusta da percorrere” interviene la Ministra per gli affari regionali Maria Stella Gelmini, che aggiunge “ l’attuale sistema incentrato sulle case rifugio e sui centri antiviolenza è importante, e il Codice Rosso è sempre più decisivo. Ora però è arrivato il momento di fare un passo in avanti, e prevedere a favore della vittima nuove misure di protezione, ma anche un supporto economico, sociale e lavorativo. Non c’è più tempo da perdere”, ha concluso Gelmini.

“E’ l’emancipazione femminile il primo tassello contro la Violenza di genere. La battaglia per i diritti delle donne non è una battaglia per una parte, ma per tutti” ha ribadito Maria Elena Boschi, Presidente dei deputati di Italia Viva.

Fonti: Dire Italpress
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1