Sedici i candidati per i due posti di consigliere a Palazzo dei Marescialli. Tutti esponenti di primo piano delle varie Procure.
Ma le prospettive della consiliatura del Csm rimangono incerte, per i continui sviluppi dell’inchiesta della Procura di Perugia sull’ex Presidente dell’Anm, Luca Palamara, che hanno coinvolto fra gli altri anche il Procuratore Generale della Cassazione Riccardo Fuzio.

Fra le candidature presentate alla scadenza dei termini per le elezioni suppletive che si terranno il 6 e 7 ottobre, per scegliere i due togati in rappresentanza dei pubblici ministeri dopo le dimissioni di Antonio Lepre e Luigi Spina, spiccano i nomi di Nino Di Matteo, Pm a Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia e ora sostituto alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo

dell’ex Segretario di Md Anna Canepa, del Procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, e del Procuratore di Pisa Alessandro Crini che ha riaperto l’inchiesta sul parà Emanuele Scieri.

Questo il quadro completo di tutti i candidati al Csm:
- Paola Camera sostituto procuratore generale Venezia
- Anna Canepa sostituto alla Dna
- Alessandro Crini procuratore di Pisa
- Antonio D’Amato procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere
- Nino Di Matteo sostituto alla Dna
- Francesco De Falco sostituto a Napoli,
- Francesco De Tommasi sostituto a Milano,
- Grazia Errede sostituto a Bari
- Anna Chiara Fasano sostituto a Nocera inferiore
- Andrea Laurino sostituto ad Ancona
- Lorenzo Lerario sostituto procuratore generale a Bari,
- Simona Maisto sostituto a Roma
- Gabriele Mazzotta aggiunto a Firenze
- Alessandro Milita procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere
- Tiziana Siciliano procuratore aggiunto a Milano
- Fabrizio Vanorio sostituto procuratore a Napoli
L’ANM boccia la riforma della Giustizia
Sulla modifica del sistema elettorale del Csm, l’Anm critica duramente il progetto di riforma della Giustizia presentato dal Ministro Bonafede.
“Non accettiamo riforme che siano l’esito di una contingenza drammatica” ha detto il Presidente Luca Poniz al Comitato direttivo centrale dell’Anm. Anche il segretario dell’Anm Giuliano Caputo ha evidenziato il carattere “emozionale” e la volontà “punitiva” nei confronti della magistratura sottesi ad alcune norme della riforma, “come se si potessero risolvere i problemi della giustizia attraverso la minaccia di sanzioni disciplinari ai magistrati”. Non solo: “ci preoccupa – ha detto – anche l’idea semplicistica di poter risolvere i problemi del processo, strizzando i tempi, soprattutto delle indagini preliminari, addirittura con la sanzione inedita della discovery degli atti. Ciò significa- ha affermato ancora Caputo- disarticolare il contrasto non solo alla criminalità organizzata ma anche ai reati dei colletti bianchi”.

A preoccupare l’Associazione Magistrati è soprattutto l’idea del sorteggio per la composizione del Csm. “Manifestamente incostituzionale in tutte le sue versioni” la valuta il presidente dell’ Anm Luca Poniz che boccia anche l’ultima versione contenuta nella riforma della Giustizia del ministro Bonafede, che prevede prima il sorteggio dei magistrati candidabili e poi l’elezione di chi raccoglie il maggior numero di voti”. “L’autorevolezza del Csm – ha avvertito Poniz, parlando al Comitato direttivo centrale dell’ Anm – viene fortemente compressa da un meccanismo di elezione a sorteggio” È anche irricevibile ha aggiunto Caputo “il messaggio di sfiducia che si dà nei confronti dell’intero corpo elettorale della magistratura”.