Spaccatura verticale al Csm alla vigilia della discussione alla Camera della riforma della giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio, sulla separazione delle carriere dei magistrati.
L’approvazione a larga maggioranza della nuova circolare sull’organizzazione delle Procure, oltre al voto contrario dei laici del centrodestra, Felice Giuffré, Claudia Eccher, Isabella Bertolini, Enrico Aimi e del 5 Stelle Michele Papa, nonché all’astensione del renziano Ernesto Carbone, ha registrato la sfiducia di fatto del Vice Presidente Fabio Pinelli.

Un intervento sottile e allusivo quello di Pinelli tutto incentrato sul confronto fra le valutazioni interpretate non positivamente, ma comunque datate dello scomparso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e l’esplicita approvazione dell’attuale Capo dello Stato della circolare riguardante le Procure, in gestazione da anni al Csm.
Ma la bocciatura dialettica della circolare da Parte del Vice Presidente é stata a sua volta clamorosamente bocciata dall’amplissima maggioranza con la quale il Plenum ha approvato la riorganizzazione degli uffici delle Procure della Repubblica.
Circolare che promuove il lavoro corale dei pubblici ministeri ed introduce il bilanciamento con la responsabilità decisionale del Procuratore. In sintesi una sorta di omogeneizzazione della giurisdizione da svilupparsi attraverso rapporti sinergici fra Procure, Tribunali ed Avvocatura.
“Solo una forte e condivisa percezione del ruolo ci consentirà di affrontare questa tempesta senza che la comune cultura delle garanzie, dell’efficacia e dell’efficienza del servizio possa deviare dall’orizzonte della giurisdizione “, hanno sottolineato le componenti di Area e Magistratura Democratica.
“Può certamente essere un positivo punto di partenza” ha affermato il Procuratore Generale della Cassazione Luigi Salvato che ha paragonato il ruolo del Procuratore Capo a quello di un direttore d’orchestra.
“Complessivamente – ha affermato la Consigliera togata di Magistratura Indipendente Bernadette Nicotra – é una circolare che ha raggiunto un difficile equilibrio che conferma la responsabilità decisionale del Procuratore e al contempo ne limita la discrezionalità attraverso gli apporti di conoscenza e le valutazioni di una pluralità di soggetti istituzionali. Resta in ogni caso centrale il ruolo dell’organo di autogoverno funzionale a garantire l’indipendenza esterna ed interna del pubblico ministero e ad assicurare una maggiore intellegibilità, prevedibilità ed uguaglianza delle decisioni giudiziarie.”