Arresto e svolta giudiziaria per l’omicidio del Paracadutista Emanuele Scieri
Una svolta attesa che ancora non fa piena giustizia, ma delinea il terribile contesto dell’assassinio di Emanuele Scieri. Confermando i circostanziati j’accuse della relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta, la Procura della Repubblica di Pisa ha proceduto ad una prima significativa iniziativa che getta nuova luce sulla cause della morte del 26enne allievo paracadutista.
Con l’accusa di concorso in omicidio volontario è stato posto agli arresti domiciliari un commilitone della vittima. Si tratta di Alessandro Panella, romano, 39anni. Secondo le indagini, Scieri la sera del 13 agosto 1999 avrebbe subito violenti atti di nonnismo che ne causarono la caduta dalla scala dove forse aveva cercato di fuggire. Il suo cadavere è stato rinvenuto lontano dal posto di caduta ai piedi della torretta dell’asciugatoio dei paracadute, con le stringhe delle scarpe slacciate. Aveva la colonna vertebrale spezzata e abrasioni e ferite sul corpo. Una morte misteriosa che da subito aveva fatto avanzare l’ipotesi di un atto di nonnismo. Gli sviluppi dell’inchiesta hanno accertato gravi riscontri accusatori anche nei riguardi di altri due indagati. Nonostante i reiterati e gravi tentativi di depistaggio e di occultamento dei fatti, la lunga e difficile ricostruzione della vicenda ha accertato che Emanuele Scieri “ è stato lasciato agonizzante a terra” e invece poteva essere salvato. Secondo il Gip di Pisa, che ha disposto gli arresti domiciliari, Panella, che è anche cittadino americano, dopo aver appreso delle indagini a suo carico era pronto a fuggire negli Stati Uniti.

L’arresto di un ex militare rappresenta un passo importante verso la ricerca della verità e della giustizia che la famiglia Scieri e l’opinione pubblica stanno aspettando da 19 anni. È sempre un grande giorno quando le ombre si diradano e si comincia a intravedere la luce, l’omicidio di Emanuele Scieri è stato e continua ad essere una delle pagine più buie della nostra storia repubblicana ma forse finalmente, potrà essere stracciata” ha affermato l’Avvocato Sofia Amoddio, già Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri “Il mio primo pensiero – ha proseguito l’on Amoddio – va alla Signora Isabella, la mamma di Emanuele, che con grande dignità ha vissuto anni di dolore e sofferenza in attesa di giustizia”.

L’inchiesta giudiziaria conferma e ricalca totalmente le conclusioni della Commissione Parlamentare d’inchiesta da lei presieduta, ma perché il parlamento, la magistratura, le forze armate non hanno indagato a fondo per tanti anni per accertare le cause di una morte che fin dai primi istanti appariva anomala e sospetta?
il parlamento tentò fin dal 99 in poi di istituire una commissione di inchiesta ma non superò il vaglio della commissione difesa. La magistratura ordinaria fece moltissime indagine, ma a mio avviso non incastrò, non approfondì alcuni elementi. La magistratura militare archivió. Credo che ognuno debba assumersi le sue responsabilità.
La svolta dell’inchiesta sulla Gamerra servirà a dare nuovo impulso ad altre analoghe vicende?
Purtroppo quelli di Scieri non é affatto un caso isolato. Penso che il clima nelle caserme è cambiato notevolmente, anche perché il servizio militare non è più obbligatorio, ma fenomeni di questo genere sono accaduti anche di recente e Cito uno per tutti il caso di Tony drago ucciso qualche anno fa
Quanto e come è cambiato l’approccio e il comportamento delle autorità militari in relazione ai ricorrenti tragici episodi di nonnismo?
“ Le autorità militari di Pisa hanno collaborato fornendomi tutti gli atti che la Commissione Parlamentare d’inchiesta richiedeva e per questo li ringrazio. Spero che la riapertura del caso Scieri sia da monito a tutti coloro che ancora nelle caserme militari compiono atti di violenza . Per ogni fatto accaduto occorre che tante persone si dedichino anima e corpo alla ricerca della verità e che non si fermino di fronte a nulla. Ogni caso é diverso.

Fonte: AdnKronos