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Italia first in Libia assicura Trump ma Roma attende la verifica sul campo

Washington assicura leadership italiana in Libia 

Italia first in Libia assicura Trump ma Roma attende la verifica sul campo

Le tempeste di sabbia che fra Tripoli, Sebha, Bengasi, Misurata, Sirte e Tobruck si alternano agli scontri fra le fazioni, si susseguono ancora indifferenti alle strategie internazionali che passano sulla testa della Libia. E’ ancora presto per constatare quanto e come l’Italia riuscirà ad esercitare la leadership in Libia e nel Mediterraneo che il Presidente americano Donald Trump ha formalmente assicurato nel vertice di Washington al premier Giuseppe Conte.

“L’Italia ha tutte le carte per giocare un ruolo chiave. Mi auguro che sappia sfruttare questa opportunità” afferma Michela Mercuri, Docente di storia contemporanea, analista di politica estera ed esperta di Libia.

  • Scenari libici dopo il vertice Trump – Conte?

Il placet di Trump è simbolicamente molto importante per la strategia italiana in Libia. Il nuovo governo, infatti, si sta muovendo attivamente per recuperare il rapporto strategico interrotto dall’intervento internazionale a marchio francese nel 2011 attraverso una partnership bilaterale con Tripoli, capace di andare oltre al semplice dossier migratorio. Sicuramente l’appoggio americano giova anche del raffreddamento dei rapporti tra Trump e Macron e, anche per questo, può costituire per l’Italia una grande opportunità non solo per rafforzare la sua posizione in Libia ma anche per tentare di fungere da “ponte” per un dialogo tra gli Usa e la Russia, divenendo, così, ago della bilancia non solo nel dossier libico ma anche a livello internazionale. Inoltre, il governo italiano potrebbe giovare dell’appoggio americano per portare avanti la sua strategia per il contenimento dei flussi migratori, essendo più ascoltata anche nelle sedi europee.

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milizie libiche

Detto ciò, però, non dobbiamo dimenticare che gli Stati Uniti fin dai tempi di Obama hanno mostrato un certo disinteresse per la Libia. Già allora, infatti, Sarkozy aveva garantito agli americani un ruolo defilato nella guerra contro il rais. Cosa che, poi, non è accaduta. Anzi, allora, la nostra fedeltà alla Nato e agli americani ci costrinse a condurre una guerra contro i nostri interessi, visti i rapporti privilegiati che, a fatica, avevamo intavolato negli anni con Gheddafi. Dunque la posizione italiana in Libia potrà essere avvantaggiata dall’appoggio di Trump solo se il nuovo governo sarà in grado di prendere decisioni autonome e svincolate dai desiderata americani, se necessario. Non solo, non dimentichiamo che al di là degli apprezzamenti di Trump alla linea italiana, ci sono importanti questioni in sospeso. La prima è quella della Tap, il gasdotto che sta molto cuore a Trump e che parte dall’Azerbaijan e dovrebbe approdare in Puglia. Il M5s in campagna elettorale aveva garantito un stop dei lavori, mentre per gli Usa sarebbe vitale per togliere alla Russia una quota di mercato europea ed entrare nel mercato europeo dell’energia. In secondo luogo Trump ha ricordato a Conte che gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale con l’Italia di circa 31 miliardi di dollari. Insomma, non è tutto oro quello che luccica.

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Michela Mercuri
  • Concrete prospettive per l’Italia?

Al di là dell’incontro tra Conte e Trump, l’Italia dovrà lavorare per la messa in sicurezza della Libia e per la stabilizzazione del quadro politico. Per farlo potrebbe sfruttare il rapporto privilegiato con Tripoli per porsi quale interlocutore indispensabile, anche per mediare un accordo con gli attori dell’est e i loro “sponsor”, Russia in primis. In questo modo potrebbe portare a suo vantaggio l’appoggio di Trump, senza tornare ad essere, come in passato, “al guinzaglio degli americani” In secondo luogo potrebbe promuovere azioni diplomatiche finalizzate a spingere le autorità libiche ad adeguarsi agli standard internazionali in tema di diritti umani e a combattere più energicamente i network criminali che operano nel proprio territorio. Da questo punto di vista, la riattivazione del trattato italo-libico, auspicata sia da Salvini sia dalle autorità di Tripoli, potrebbe essere uno strumento utile, seppure non applicabile nella sua interezza, vista la frammentarietà istituzionale che c’è nel Paese.

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Il primo Ministro del governo provvisorio libico Fayez Al Serraj e il generale Khalifa Haftar
  • Ruolo del Generale Khalīfa Ḥaftar ?

Haftar non si allineerà fintanto che godrà dell’appoggio dei francesi e dei russi e di importanti alleati regionali come Emirati ed Egitto. Da questo punto di vista la visita di Salvini al Cairo da al Sisi, alleato di ferro di Haftar, potrebbe essere la chiave di volta anche per avvicinare il federmaresciallo della Cirenaica all’Italia. Inoltre, come già sottolineato, la possibile convergenza con la Russia sarebbe un altro tassello strategico importante per l’Italia per avvicinare Haftar e mediare un qualche accordo con Tripoli.

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Incontro al Cairo fra Salvini e Al Sisi
  • I francesi accetteranno la svolta Usa a favore dell’Italia?

Macron non sembra voler cedere sulla Libia. Non pago del fallimento del vertice parigino dello scorso 29 maggio, sta giocando le sue ultime chances. Il 25 luglio, infatti, ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un meeting a sorpresa all’Eliseo per discutere della situazione in Siria, ma con tutta probabilità la conversazione potrebbe essersi allargata anche alla Libia, dove la Francia ha tutto l’interesse a dare vita ad una “cabina di regia” congiunta con la Russia, che come Parigi sostiene Haftar, per posizionarsi nel paese allargandosi anche ad ovest. Inoltre, il presidente francese, pochi giorni fa, ha inviato a Tripoli il ministro degli Esteri, Le Drian, per incontrare Serraj e alcuni leader di importanti milizie locali, con l’obiettivo di offrire supporto per la stabilizzazione del paese. Se non avrà l’appoggio degli Usa, Macron cercherà altri alleati, con ogni probabilità i russi. Per questo l’Italia dovrà fare molta attenzione e mantenere una posizione quanto più neutrale possibile tra Trump e Putin.

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Ambasciata d’Italia a Tripoli
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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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