Piazze affollate, ragazze furibonde: donne in marcia contro la violenza. Sembra l’incipit dei reportage di domani, la giornata internazionale istituita dall’Onu per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma in realtà è la fotografia della mobilitazione di rabbia, di sdegno e di profondo dolore.
Una mobilitazione crescente, determinata dall’ultimo aberrante assassinio a Partinico, in provincia di Palermo, di Ana Maria 30 anni, pugnalata a morte dal compagno mentre lei gli diceva: “ Ma che fai, aspettiamo un figlio, io ti amo”. Terribile e aghiacciante.
Anche quest’anno sarà il rosso il colore dominante delle manifestazioni. Rosso sangue, a sinboleggiare le tante, troppe, vittime di un calvario infinito.
Manifestazioni che purtroppo non arresteranno le violenze, anche se quest’anno, oltre agli effetti della legge che ha istituito il cosiddetto “codice rosso”, si registra l’operatività dei fondi per 12 milioni stanziati dal Governo per gli orfani dei femminicidi.
“Però queste ricorrenze sono sempre importanti per sensibilizzare. Non le trovo sterili passarelle” sottolinea Annamaria Picozzi, Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, responsabile del Pool fasce deboli e codice rosso.
- Procuratore Picozzi, impatto del codice rosso?
“Certamente ci sono cose da migliorare, ma bisogno aspettare un fisiologico periodo di applicazione della legge per poterne meglio comprendere le criticità”
- In che ambiti sta incidendo maggiormente la nuova legge: ambienti di lavoro, famiglie, sanità, sport, movida, trasporti…?
“In realtà la legge denominata codice rosso (la legge n° 69 del 2019) non ha un ambito di applicazione specifico se non quello delle violenze contro le donne e i minori. È una legge che incide in modo significativo in ordine ai tempi processuali relativi alla trattazione di determinati reati, maltrattamenti in famiglia, stalking, lesioni aggravate, violenza sessuale ecc. Sono reati specificamente individuati dalla legge in relazione ai quali il legislatore ha voluto contingentare il tempo per la loro trattazione, dotandoli di una sorta di “canale preferenziale.“
- Ampliamento degli interventi ?
“La nuova normativa ha introdotto ulteriori fattispecie di reato adattando il codice alla diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione, internet, Facebook, Instagram, whatsapp etc, e ha dato rilievo a fatti che, in precedenza, non costituivano un reato specifico come il cosiddetto revenge porn, lo sfregio permanente al volto e l’induzione coatta al matrimonio (si pensi al fenomeno delle spose bambine) anche se commesso all’estero”.
- Effetti delle sinergie investigative e giudiziarie?
E’ previsto uno specifico obbligo di formazione per il personale delle amministrazioni pubbliche che conducono indagini in materia. Per tale ragione la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Penitenziaria dovranno organizzare dei corsi specifici di formazione del loro personale finalizzati a prepararlo nell’affrontare certe tipologie di indagine. Si pensi, ad esempio, all’ascolto della vittima che presuppone un particolare approccio certamente diverso da quello della audizione di vittime di altre categorie di reati come quelli contro il patrimonio: un conto è l’ascolto di una donna vittima di una violenza carnale o di anni di soprusi, fisici e psicologici, da parte del marito è un conto è sentire la vittima di un furto o di una truffa. Inoltre sono previsti per coloro che hanno commesso tali reati alcuni benefici (ad esempio la sospensione condizionale della pena) se accettano di sottoporsi a percorsi di trattamento e cura per uomini responsabili di maltrattamenti”