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Draghi converte i grillini e vara riforma della Giustizia

La riforma della giustizia c’é. Il Consiglio dei Ministri l’ha approvata all’unanimità. Il Premier Mario Draghi e la Ministra Guardasigilli Marta Cartabia hanno imbrigliato le resistenze dei ministri grillini, che nel prevertice a Palazzo Chigi hanno per oltre due ore ritardato l’inizio del Consiglio dei Ministri minacciando l’astensione sulla riforma.

Draghi converte i grillini e vara riforma della Giustizia
La Ministra della Giustizia Marta Cartabia e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Per l’evidente riflesso del corto circuito interno al Movimento la delegazione governativa dei 5 Stelle ha oscillato e poi ha “accettato” l’inserimento di fattispecie di reati contro la Pubblica amministrazione, come la corruzione e la concussione, tra quelli per i quali sono previsti tempi del processo più lunghi. Ulteriori miglioramenti tecnici sono possibili nell’iter parlamentare.

Resta da vedere ora che contraccolpi potrà avere l’ok alla riforma dei ministri 5 Stelle sul braccio di ferro in corso fra l’ex Premier Giuseppe Conte e il garante fondatore Beppe Grillo.Draghi converte i grillini e vara riforma della Giustizia

Secondo gli ambienti parlamentari il varo della riforma della Giustizia è un successo dell’ala governativa del Movimento, che fa capo a Grillo e si identifica soprattutto nel Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e nel Presidente della Camera Roberto Fico, che non a caso sono gli esponenti di spicco dei sette saggi che stanno conducendo le trattative sulle norme dello statuto che contrappongono Conte e Grillo.

Amministrative con vista elezioni politiche
Roberto Fico e Luigi Di Maio

Cosa prevede in sintesi la riforma Cartabia? Si va  dal reset della durata delle indagini preliminari, al ‘contingentamento’ della obbligatorietà dell’azione penale e al capitolo sanzioni e riti alternativi, ma soprattutto per il ritorno ‘parziale’ della prescrizione.

Previsti l’introduzione di termini stretti per la durata delle indagini preliminari, affidate al controllo dei gip. L’ipotesi più accreditata concede sei mesi dalla data in cui la persona viene iscritta nel registro delle notizie di reato per le contravvenzioni. Per i delitti più gravi si passa a diciotto mesi, è il caso del narcotraffico, associazioni mafiose, terrorismo. Resta la ‘livella’ dei dodici mesi per gli altri reati.

Il pm potrà chiedere solo una volta la proroga dei tempi di indagine, per non oltre sei mesi, e solo nei casi di maggiore complessità. Il giudice avrà il controllo dei tempi e allo spirare dei termini potrà chiedere al pm di prendere le sue decisioni sul fascicolo aperto.Draghi converte i grillini e vara riforma della Giustizia

L’azione penale   non sarà più a totale discrezione delle procure e il principio della obbligatorietà troverà un ‘correttivo’ nelle indicazioni che verranno dal parlamento che stabilirà le priorità sulle quale concentrarsi . Ogni anno il guardasigilli nella sua relazione sullo stato della giustizia darà delle ‘coordinate’ sotto forma di atto di indirizzo.

Prevista la cosiddetta “Giustizia riparativa” per  sfoltire, drasticamente il numero dei procedimenti penali. Ampia l’apertura alle sanzioni alternative come la ‘messa alla prova’ che contempla la possibilità per l’indagato di chiedere subito al giudice nella fase delle indagini preliminari di fare i lavori socialmente utili. Il processo viene sospeso e se l’indagato svolge correttamente l’impegno che gli è stato affidato si arriva al proscioglimento per prescrizione del reato. Si pensa di allagare a molti reati di non significativo allarme sociale questa ‘chance’. Si preme molto anche sui riti alternativi come i patteggiamenti.Draghi converte i grillini e vara riforma della Giustizia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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