Sui tempi e le problematiche economiche della formazione del nuovo governo pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dall’economista Carlo Cottarelli
Dal Poker al Rugby. Dietro l’apparente andamento lento delle consultazioni, gli schieramenti politici sono passati dai rilanci al buio al pacchetto di mischia. Un muro contro muro nel tentativo di fare uscire di scena i leader dei partiti penalizzati dal voto: Berlusconi e Renzi. Tuttavia dalle mischie rugbistiche quasi sempre sguscia un protagonista che raggiunge la meta. Secondo il sondaggio realizzato da Index Research, il baricentro della nuova maggioranza di governo potrebbe essere l’economista Carlo Cottarelli, ex commissario della Spending Review, già Direttore del Fondo Monetario Internazionale, attualmente al vertice dell’Osservatorio dei conti pubblici dell’Università Cattolica. “Chiacchere. Per le scelte politiche le uniche indicazioni che contano sono i voti, non i sondaggi” ribatte Cottarelli.
- Eppure è conosciuto dal 57 per cento degli Italiani e viene indicato da oltre il 42% come un potenziale Premier in grado di mettere d’accordo Lega e 5Stelle….
“L’ipotesi della Presidenza del Consiglio è completamente campata per aria. Mentre sulla possibilità di una esperienza come ministro tecnico dell’economia non ho pregiudiziali. Purché sia chiaro a tutti che l’obiettivo primario da raggiungere é quello del risanamento dei conti pubblici”
- Sarà dura, visto che fra flat tax e reddito di cittadinanza i programmi elettorali di grillini e leghisti incidono in maniera consistente sul bilancio….
“Ma nei due programmi vi sono anche punti realizzabili e apprezzabili, come quelli relativi alla lotta alla corruzione, la semplificazione e la riduzione della burocrazia.Interventi che se concretamente realizzati rilancerebbero lo sviluppo e farebbero molto bene all’economia del paese riducendo di molto costi e sprechi. La cura per il Paese è fatta da riforme per combattere l’evasione fiscale e soprattutto la burocrazia, che costa 30 miliardi di euro all’anno, per sostenere le piccole e medie imprese e per avere una giustizia più veloce “
- E per la flat tax e il reddito di cittadinanza?
“Così come sarebbero stati prospettati sono incompatibili con la stabilità dei conti. Il reddito di cittadinanza proposto dai 5 Stelle ha un costo permanente di 15 / 16 miliardi, che potrebbero ulteriormente lievitare. Mentre la flat tax al 15 per cento inciderebbe enormemente sul disavanzo. Forse con un’aliquota più alta sarebbe ammortizzabile, ma bisogna sempre vedere dove reperire e come pianificare le coperture. I margini per fare altro deficit non ci sono e la flessibilità è stata utilizzata tutta.”
- Governo all’orizzonte o orizzonte senza governo?
“E’ auspicabile che si formi un governo politico che realizzi le riforme essenziali che ancora mancano al nostro Paese. Ma è determinante che le forze politiche si mettano d’accordo su cosa fare e lo facciano”
- Che conseguenze economiche potrebbe determinare il prolungamento della crisi?
“Alla Germania per la formazione di un governo di larghe intese sono stati necessari sei mesi. Rispetto a Berlino, l’Italia è economicamente molto più vulnerabile. Anche se la situazione è attualmente stabile, i rischi sono legati all’andamento dei mercati. Lo choc e i contraccolpi potrebbero essere rappresentati da una improvvisa accelerazione internazionale della recessione, con pensanti ricadute in Europa. In questo malaugurato caso l’Italia sarebbe esposta a forti pressioni speculative, e il rapporto fra debito pubblico e Pil ricomincerebbe a salire. Per questo è essenziale mettere prima possibile in sicurezza i conti pubblici.“
- L’Europa sarà paziente con l’Italia come lo è stata con Spagna e Belgio, a lungo senza stabili maggioranze di governo?
“Abbiamo rispettato le regole europee, ma siamo arrivati al limite, vediamo che cosa succederà in entro l’estate, non mi stupirei se l’Europa ci chiedesse di fare un adattamento, diciamo dello 0,2/0,3% sul Pil”.