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Ferrovie check up dell’Italia che viaggia in treno

 

Spina dorsale dei trasporti, le Ferrovie rappresentano il principale snodo strategico della mobilità e dell’economia del Paese.

Uno snodo strategico essenziale, come ha evidenziato l’incendio doloso, con tutte le caratteristiche di vero e proprio attentato terroristico, ad una cabina elettrica sulla Roma-Firenze che ha messo in ginocchio il trasporto ferroviario italianoAgenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Ma oltre ai sabotaggi cosa evidenzia il check up complessivo degli incidenti e dei ritardi che coinvolgono i treni in Italia ?

I dati di Trenitalia sui ritardi sono abbastanza positivi, ma sono calcolati al netto degli scioperi e degli eventi eccezionali e soprattutto riportano i ritardi all’arrivo secondo una categoria più che generosa, che li calcola solo quando superano i 60 minuti.

Altre fonti – quotidiani, associazioni di consumatori, utenti – danno invece uno scenario più complesso, con metà dei treni ad alta velocità che arrivano con un ritardo superiore ai 5 minuti e un decimo di quelli locali che arrivano con più di un quarto d’ora di ritardo.

Questo il quadro generale delle statistiche riguardanti i ritardi e gli incidenti:

Ritardi Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Secondo i dai dati sui ritardi forniti dalla stessa Trenitalia, evidenziati nella  “Relazione qualità dei servizi 2018”, lo scorso anno su circa ottomila treni che circolano quotidianamente in Italia  ne sono stati lo 0,76% dei treni a media e lunga percorrenza, lo 0,16% dei treni regionali e l’1,68% dei treni internazionali.

Per quanto riguarda poi i ritardi, che vengono calcolati da Trenitalia al netto di scioperi ed “eventi eccezionali” dovuti a forza maggiore, ad esempio difficili condizioni atmosferiche, il rapporto distingue tra ritardi alla partenza e all’arrivo.

I ritardi superiori ai 5 minuti al momento della partenza sono il 10,6% sui treni di media e lunga percorrenza, il 5,6% sui treni regionali e il 23,6% sui treni internazionali. Non si menziona l’Alta velocità, su cui il rapporto non fornisce statistiche.

La puntualità all’arrivo è calcolata con un parametro più generoso: cioè soltanto se il ritardo supera l’ora. Dunque, risultano arrivati con un ritardo superiore ai 60 e inferiore ai 120 minuti l’1,2% dei treni di media e lunga percorrenza, lo 0,1% dei treni regionali e l’1,3% dei treni internazionali.

Hanno poi un ritardo superiore alle due ore lo 0,4% dei treni a media e lunga percorrenza e dei treni internazionali mentre per quelli regionali è riportato lo zero per cento….

Altri dati vengono forniti dalla “Relazione finanziaria annuale 2018” di Trenitalia. Secondo questa relazione infatti i treni di media e lunga percorrenza arrivati in orario o con un ritardo inferiore ai 15 minuti sono il 94 per cento del totale, e la percentuale dei treni del trasporto regionale arrivati a destinazione con un ritardo inferiore ai cinque minuti è risultata pari al 97,6 per cento.

Sui ritardi dei treni italiani esistono però anche altri dati forniti dagli utenti, dalla stampa o dalle associazioni consumatori. Dati che vanno a colmare alcune lacune riscontrabili nei rapporti di Trenitalia.

Ad esempio l’associazione di consumatori Altroconsumo ha monitorato 2.576 corse locali a Milano, Roma e Napoli, basandosi quindi su un campione statistico particolare.Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Da questa indagine, pubblicata a febbraio 2019, risulta che quattro treni su dieci sono arrivati dopo il previsto, con un ritardo superiore ai 5 minuti. Nel 19% dei casi con almeno dieci minuti di ritardo e  nel 10% con più di un quarto d’ora di ritardo.

I numeri non sembrano coincidere quindi con il quasi 98 per cento di puntualità per i regionali di cui parlano le statistiche  di Trenitalia, che si riferiscono tuttavia a tutta la rete.

Su noipendolari.it, un sito creato da un pendolare e che raccoglie dati in base alle segnalazioni degli utenti, per quanto riguarda gli ultimi 12 mesi vengono poi riportati i seguenti dati:

  • Corse totali monitorate: 69.286
  • Corse in ritardo: 42.767 (il 62%)
  • Corse con ritardo maggiori a 2 minuti: 30.034 (il 43%)
  • Corse in anticipo: 21.374 (il 31%)

Sono dati da prendere con molta cautela, anche se  basati su segnalazioni e su criteri molto stringenti: se già tra quasi 43 mila corse in ritardo, quasi 13 mila sono in ritardo di meno di due minuti, quelle con ritardi comunque molto limitati (ad esempio  inferiori a 5 minuti) potrebbero essere un numero significativo.Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Sull’alta velocità ci sono poche informazioni. Secondo quanto ha scritto il Sole 24 Ore a dicembre 2018, sulla base di «numeri riservati e aggiornati agli inizi di novembre», quasi un treno ad alta velocità su due (il 48,5%) avrebbe avuto un ritardo maggiore di cinque minuti nei primi 11 mesi del 2018.

A livello generale sembra comunque si possa dire che, in tutte le categorie di treni, le corse che accumulano un ritardo significativo,diciamo superiore ai 5 minuti, siano una minoranza del totale.

IncidentiAgenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Per quanto riguarda la sicurezza dei trasporti, l’Italia non sembra troppo diversa dal resto dell’Europa occidentale, almeno in base alla relazione per il 2018 dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.

Relazione che evidenzia come per i cosiddetti “incidenti significativi”, «il dato italiano per il 2018 si colloca tra i valori più bassi registrati»: uno ogni 3,3 milioni di km circa percorsi da treni.

Con la formula “incidente significativo” si intende quello in cui è coinvolto un veicolo ferroviario in movimento e che ha avuto conseguenze gravi: almeno un morto o un ferito grave, oppure un danno economico superiore ai 150 mila euro, o  ancora un’interruzione del traffico superiore alle 6 ore.

Stesso discorso per i morti e le vittime (intese come somma di morti e feriti gravi): il dato italiano – 1 morto ogni 5.133.000 km circa e 1 vittima ogni 2.345.000 km percorsi dai treni – «si colloca tra i valori più bassi».

In numeri assoluti, nel 2018 in Italia sono stati registrati 116 incidenti significativi, 113 sulla Rete ferroviaria italiana e 3 sulle reti regionali interconnesse. I morti sono stati 75 e i feriti gravi 89.

Le principali cause di morte sono stati gli “incidenti che coinvolgono veicoli in movimento”, che hanno causato 91 del 116 incidenti significativi e 68 dei 75 morti.  Questa categoria comprende le “cadute di persone dai veicoli ferroviari in movimento e gli investimenti di pedoni”, esclusi suicidi e tentati suicidi. Gli altri decessi sono avvenuti per “incidenti al passaggio a livello” (4 morti) e per “deragliamento” (3 morti).Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Queste ultime due categorie comprendono, per il 2018, solo due gravi episodi: il deragliamento di Pioltello (Mi), del 25 gennaio, e lo scontro tra un treno e un tir a Caluso (To), del 23 maggio. Il primo incidente ha causato 3 morti e 34 feriti gravi, il secondo 4 morti e 21 feriti gravi.

I tre quarti degli incidenti significativi (85 su 116) sono stati causati dalla “indebita presenza di pedoni sui binari”. Questo comportamento è anche responsabile della maggioranza dei decessi, circa il 55%.

Segue a distanza la manutenzione, responsabile del 16% degli incidenti e del 27% dei morti.Allargando poi lo sguardo a un periodo di tempo più lungo si può dire che nel periodo 2007-2016 l’Italia sia al di sotto della media Ue per numero di incidenti significativi e numero di vittime, e in generale si trovi nel gruppo di Paesi europei con gli standard di sicurezza più elevati.Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

Fonte: Agi

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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