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Filosofia day la giornata della ricerca della verità

by Augusto Cavadi

Il 18 novembre si celebra la “Giornata mondiale della filosofia” indetta, dal 2002, dall’Unesco. In molte scuole e in alcune università si organizzano eventi, ma sarebbe il caso di precisare che la filosofia – rilevante come disciplina specialistica, professionale – lo è almeno altrettanto come atteggiamento mentale ed esistenziale di ogni uomo e di ogni donna, a prescindere dal grado di istruzione e dal campo in cui lavora. Insomma: di filosofia – se non è intesa come mero studio dei testi ‘classici’ più o meno interessanti, ma come arte di pensare e di vivere – c’è necessità tanto dentro quanto fuori le mura dell’accademia.Filosofia day la giornata della ricerca della verità

La riprova ? Che – per citare Lucien Laberthonniere, un prete vissuto in Francia a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo – “lo si sappia o no, lo si confessi o meno, per il fatto stesso che si è uomo e che si vive, si è metafisico, si dà un certo senso alla propria vita”. O – per adattare ciò che il nostro Antonio Gramsci affermava, più in generale, dell’“intellettuale” – il filosofo non è un tipo particolare di uomo: ogni uomo, piuttosto, è un tipo particolare di filosofo.

Nella difficile situazione politica – italiana e soprattutto planetaria – che stiamo attraversando può essere non del tutto superfluo ricordare il ruolo che la filosofia ha giocato nel passato, e può giocare nel presente, per vivificare la dialettica democratica e, ove rischiasse di spegnersi lentamente, per rianimarla.

Innanzitutto, a livello più evidente, la filosofia attrezza i cittadini dal punto di vista ‘retorico’: dai Sofisti in poi, fornisce le tecniche per convincere gli interlocutori delle proprie tesi e, con ciò stesso, insegna a decostruire le tecniche che altri adoperano per convincere noi. Già Socrate e Platone avvertivano i pericoli di questa funzione ‘retorica’ del filosofare, ma sarebbe ingenuo misconoscerla o addirittura ignorarla: “Vivere attivamente in democrazia” – ha scritto  L. Geymonat – “significa partecipare ad assemblee, prendervi la parola, far valere come efficace discorso la propria opinione frammezzo ad altre opinioni; e perciò saper pesare le varie accezioni e sfumature dei vocaboli, avere nell’orecchio le più felici espressioni dei poeti, riuscire a disporre i periodi in un ordine che incateni l’attenzione, accenda le fantasie e susciti i consensi: significa, insomma, possedere quel complesso di cognizioni grammaticali, lessicali, sintattiche, stilistiche, letterarie che costituisce l’arte dell’eloquenza”.Filosofia day la giornata della ricerca della verità

La retorica, come ogni arma, vale quanto il fine per cui è adoperata. Il puro retore si mette a servizio di qualsiasi causa, purché questa prestazione gli venga adeguatamente compensata. Va dunque distinto dal filosofo che, in buona fede, si convince di una causa (religiosa o politica o sociale) e usa le sue competenze filosofiche per costruire una ideologia.

Tommaso d’Aquino, Locke, Marx, Bakunin e tanti altri sono stati molto abili nel costruire apparati di idee funzionali alla difesa e all’applicazione storica delle tesi da ciascuno di essi ritenute ‘vere’. Indubbiamente, a mio avviso, sono stati filosofi autentici perché, soprattutto nella prima fase della loro attività, si sono impegnati nella ricerca della ‘verità’; ma, una volta che hanno ritenuto di averla intuita, si sono impegnati soprattutto nel difendere e divulgare la visione dell’uomo, della società, dello Stato, di Dio, della storia…più adatta a legittimare i propri progetti ‘politici’ e le istituzioni al cui servizio si sono arruolati. La filosofia adempie, dunque, anche una funzione ideologica che – nonostante le diffidenze attuali – non va neppur essa disprezzata. Senza il pluralismo dialettico – lo scontro e l’incontro delle diverse proposte ideologiche –  la democrazia muore: o perché si riduce a “pensiero unico” dominante o perché i cittadini, incapaci di dialettica fra idee opposte, ripiegano sullo scontro fisico o sulla manipolazione subdola delle coscienze.Filosofia day la giornata della ricerca della verità

Ma la filosofia – almeno in linea di diritto – è più che una miniera cui attingere risorse retoriche e attrezzature ideologiche: coscienza critica di ogni deriva autocratica (anche e soprattutto d’impronta retorico-demagogica) e di ogni integralismo ideologico (tendenzialmente fondamentalistico). Essa è prima di tutto, ed essenzialmente, spregiudicata ricerca della ‘verità’ (nelle molteplici accezioni semantiche della parola). Dunque, come ha scritto Neri Pollastri, “sebbene sia vero che anche nell’ambito del dialogo filosofico possa avere occasionalmente spazio la disputa strategica (la difesa della propria posizione e delle proprie idee profondamente meditate fa parte del lavoro di elaborazione, anche in presenza di un forte elemento di collaborazione), il fine di questa forma di agire linguistico non è mai in ultima istanza di far prevalere la propria posizione, quanto piuttosto quello di giungere a costruirne una che tenga conto nel modo migliore dei risultati conseguiti da ciascuno dei partecipanti alla ricerca. Ciò perché la verità, oggetto ideale della ricerca filosofica, è qualcosa che si può ottenere solo attraverso la cooperazione intersoggettiva, tanto che perfino per convalidare le proprie idee immutate è necessario esporle alla critica ed elaborare argomenti a sostegno che abbiano cogenza, per gli altri come per se stessi. Da questo punto di vista l’agire linguistico della filosofia è una sorta di gioco nel quale si vince tutti assieme e dove non ha di principio nessuna importanza l’affermazione individuale”.

Se sostituiamo il termine ‘verità’ con il termine ‘bene comune’, ci apparirà evidente che l’esercizio del filosofare è di per se stesso modello di una politica vivace, battagliera, ma costruttiva. Insomma, modello di una politica che forse non abbiamo mai visto e di cui certamente avvertiamo l’urgenza.Filosofia day la giornata della ricerca della verità

(In copertina un quadro di Gianni Maria Tessari – Libertà # 35 – Tecnica mista su carta cotone del 2015)

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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