Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
by Annalisa Colavito*
Fiorello basta guardarlo in foto, o in video, per farsi una risata e capire chi è.
Il più grande show man contemporaneo vince tutto a mani basse anche solo con una posa o uno sguardo ammiccante, a dimostrazione di quanto con la comunicazione non verbale si possa dire di più che con le parole. Rosario,così imita e somiglia ai self-maniaci del web, anzi é identico.

Quando parla, canta o imita, invece, in Radio 2 Radio Show La Pennicanza é l’apoteosi della bellezza: altro che pennica, stare svegli é un piacereSi ride e si scherza per 45 minuti, la vita degli italiani si ferma durante la pausa pranzo, e finalmente si riescono pure a dimenticare gli stress della quotidianità.
La Pennicanza di Fiorello segna il ritorno in coppia con Fabrizio Biggio, accolti dal calore della rete, dopotutto il solo nome Fiorello è un brand che si autopromuove: fa audience, piace a tutti tranne a quella sparuta elite di persone che ritiene sia un mediocre intrattenitore abbondantemente superato da talenti che non ce l’hanno fatta! Pensarla diversamente è lecito in un sistema democratico, a patto che le considerazioni non siano campate in aria!
Da Sinner, Little Tony, Tony Effe sono alcune delle imitazioni proposte nella prima settimana di diretta durante la quale si sono alternati come ospiti Stefano Coletta, Michelle Hunzicher, Silvia Toffanin ed a cui si aggiunge la mamma Rosaria, onnipresente, già ospitata in Viva Rai 2.
E pensare che intorno a tutto ciò non c’è un’idea. L’idea del format é che manca l’idea, ma il talento declinato in tutti i linguaggi possibili basta e avanza a se stesso. Dalla musica, alla comicità, alla conduzione radiofonica, e speriamo presto televisiva: Fiorello sa fare tutto e bene, e pensare che potrebbe condurre Domenica In, con o senza la Venier!
Il ciclonico ritorno di Fiorello suscita la sconfinata ammirazione che sottintende amore platonico o meno anche da parte di una esperta giornalista radio televisiva come Annalisa Colavito. Ma oltre a condividerne l’appassionata analisi, é necessario soffermarsi e inquadrare il fenomeno Fiorello nel contesto della attuale convulsa situazione Rai. Un’azienda radiotelevisiva impegnata a fronteggiare l’agguerrita e qualitativamente notevole concorrenza de La7 e di Nove, nonché l’arrembaggio delle emittenti commerciali, che a parte i Tg di ottima fattura guidati dall’esperienza di ex giornalisti di Saxa Rubra, rigurgitano di volgarità e pubblicità. Apparentemente in preda alla sindrome della linea Maginot, che come é noto fu saltata a piè pari dalla repentina evoluzione strategica e tecnologica militare, l’audience della Rai é affidata sostanzialmente agli exploit di Carlo Conti, Stefano Di Martino, Marco Liorni, Francesca Fialdini e Caterina Balivo ed é anchilosata da sempreterni protagonisti autoreferenziali come Bruno Vespa e Mara Venier, ormai adagiati sul crinale dell’auto monumentale musealità. Fiorello, che a detta di molti é il nuovo Walter Chiari del panorama artistico italiano, rappresenta a tutti gli effetti per la programmazione Rai il tridimensionale erede di Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Corrado, ovvero i pilastri dell’azienda che ha davvero unificato il paese dei mille Comuni, l’ha alfabetizzato e lanciato nel primo boom economico del dopoguerra e nell’odierno futuro. Non solo, ma artisticamente Fiorello, uno dei pochissimi in grado di catalizzare e trasformare in tsunami l’audience inter-generazionale, rappresenta anche una sorta di arma letale perché come diceva Nietzsche “non con l’ira, ma col riso s’uccide.” Ma l’idea c’é eccome: é il frullatore di ironia, critica, rabbia, denuncia, rivincita e misericordiosa pietà che tutti ci portiamo dentro e che Fiorello tira fuori funambolicamente come una sorta di elaborazione liberatoria, un problem solving psicologico.
*Annalisa Colavito Giornalista e conduttrice radiotelevisiva