Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali

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Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali
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Governo in apnea stretto fra un compromesso e tre riserve mentali. Le acrobazie della politica hanno trasfigurato la crisi latente, trasformandola in una tregua per la transizione del Governo.Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali

Una transizione anticipatrice della definizione del nuovo esecutivo di fine legislatura per consentire l’approvazione in parlamento del recovery plan sollecitato dall’Europa. Ma con un percorso disseminato di trappole. Oltre a rappresentare tradizionalmente l’anima di tutti i compromessi, dietro le quinte si intuiscono tuttavia le possibili riserve mentali di Palazzo Chigi, del Nazareno e di Italia Viva, con l’aggiunta dell’incognita dell’eruzione sotterranea in corso nel vulcano 5Stelle.

Resta da vedere tempi e modi entro i quali scatteranno le precedenze delle riserve mentali più evidenti: quella del Premier che punta a incassare l’approvazione del recovery plan e a congelare tutto resto per l’emergenza covid;

Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali
il Segretario Pd Nicola Zingaretti

quella del Pd che commissarierebbe Conte con un vice Premier o un sottosegretario a Palazzo Chigi e potrebbe incassare la delega per l’intelligence per l’indipendente Luciana Lamorgese che lascerebbe il Ministero dell’Interno a Lorenzo Guerini o a Ettore Rosato;

la riserva mentale di Renzi che non fa mistero di volere sgambettare la riconferma dell’incarico a Conte, e comunque oltre a incassare ministeri di peso come Difesa o Infrastrutture intende tenere sotto tiro il Governo.

Mentre le riserve mentali dei 5 Stelle, a parte l’evidente ambizione di Luigi Di Maio per Palazzo Chigi, riguardano il ridimensionamento della compagine di governo e la tacita consegna del movimento nelle mani  del Pd o di Conte.

Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali
Matteo renzi

E’ la tenuta dei grillini il punto debole del compromesso. Difficile prevedere le reazioni dei deputati e soprattutto dei senatori 5 Stelle durante il dibattito Parlamentare alle inevitabili schermaglie dialettiche fra Conte e ministri pretoriani da una parte e i renziani dall’altra.

Con Renzi che rivendica di aver fatto fare marcia indietro al Premier sull’utilizzazione del Mes sulla sanità, sulle grandi opere, sulla gestione del recovery plan, sulla delega all’intelligence, sulla scelta dei Ministri chiave e sulla politica estera.

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Luigi Di Maio e Vito Crimi

Come reggerà il Movimento tagliato fuori dalle prospettive di riassetto di fine legislatura e con i parlamentari esposti senza potersi difendere alle accuse degli elettori?

Scissione o elaborazione delle lacerazioni, quale che sia la risposta il risultato indebolirà ulteriormente comunque l’unica leadership “visibile” dei 5 Stelle, rappresentata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E soprattutto in politica la matematica non è mai un’opinione….Governo in apnea fra compromessi e riserve mentali

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