Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, sui principali quotidiani si moltiplicano le analisi e le rivelazioni dell’intelligence inglese sui molti retroscena della marcia su Mosca il 24 giugno dei mercenari della Wagner, sulla stabilità del potere di Putin, le prospettive della guerra in Ucraina ed il ruolo della Cina.

New York Times e The Guardian riportano varie dichiarazioni del capo dell’MI6, l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito, Sir Richard Moore, secondo il quale Putin probabilmente é sotto pressione ed ha agito “per salvarsi la pelle”.
Difficile spiegare – ha evidenziato il Direttore dell’intelligence britannica – come “Prigozhin possa avere ha iniziato quel giorno come un traditore a colazione, sia stato perdonato a cena, e poi, pochi giorni dopo, è stato invitato per il tè”.

Cosi come è inspiegabile che nessuno sia stato accusato della morte dei 13 piloti degli elicotteri e degli aerei russi abbattuti dagli uomini della Wagner durante la marcia su Mosca.
Per Moore l’equilibrio di potere tra Russia e Cina si é spostato a favore di Pechino e questo ha danneggiato il prestigio di Putin in Russia. All’inizio dell’invasione dell’Ucraina la Cina è stata complice della Russia, tranne poi manifestare segni di insoddisfazione da parte di Xi Jinping.
Il capo dell’MI6 non è stato l’unico esponente establishment inglese a intervenire in merito alla situazione a Mosca. James Cleverly, il Ministro degli Esteri britannico, parlando all’Aspen Security Forum, ha infatti sottolineato che “ non importa come Putin giustifichi gli avvenimenti: un tentativo di colpo di stato non é mai una buona idea”.
