Bilancio di un Premier al servizio dei cittadini e demolizione politica ed istituzionale di un Vice Premier perennemente distinto e distante dal Governo.
Parole calibrate in fatto e in diritto, destinate a non lasciare margini di replica, come soltanto un esperto avvocato sa fare quando da abile difensore si trasforma in implacabile accusatore.
Un intervento in diretta televisiva quello di Giuseppe Conte, calibrato sull’opinione pubblica, ma che si prefigge di suscitare il culmine del consenso personale e il massimo degli interrogativi nei confronti di Matteo Salvini.
Il futuro istituzionale di Conte e dello stesso Salvini dipenderà in parte dall’efficacia del discorso del Premier. Un discorso che più o meno subliminalmente evidenzierà anche le linee programmatiche essenziali di un eventuale nuovo esecutivo.
Se è azzardato tirare a indovinare i punti salienti, è comunque abbastanza scontato interrogarsi sui capitoli più scottanti e delicati di quella che in ogni caso si trasformerà in una messa in stato d’accusa politica davanti al Parlamento e al Paese del leader della Lega che l’8 agosto ha tentato di sfrattare Conte da Palazzo Chigi e scatenato la reazione a catena di una inedita una crisi di Governo a Ferragosto.
La chiave di volta potrebbe essere la domanda: perchè Salvini ha scatenato questa tempesta imperfetta di crisi non crisi di Governo? Perché tanta fretta ?
Dopo un dovizioso bilancio degli oltre 425 giorni da Presidente del Consiglio, con gli innegabili successi ottenuti ai vertici internazionali e soprattutto europei, con i nodi economici risolti o avviati a soluzione, e con le positive prospettive in cantiere, la disamina del Premier sull’iniziativa, si fa per dire, a freddo di sfiduciare di fatto il Presidente del Consiglio e i ministri del Movimento 5 Stelle non potrà non delineare cause ed effetti per dimostrare, se non altro, che la scelta di Salvini è stata ingiustificata ed espone il Paese a seri rischi economici e finanziari. Oppure determinata da ben precise cause.
Per lo scrittore russo Lev Tolstoi, “tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.”
“Vi sono momenti, nella vita – sottolineava invece Oriana Fallaci– in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.”