Viviamo in un complesso periodo storico, colmo di guerre, pandemie e disastri naturali che hanno portato gli Stati interessati sull’orlo di una crisi in settori della società, purtroppo abbinata all’assenza di strumenti risolutivi e ad una evidente criticità decisionale per le numerose problematiche da affrontare.
Una fra di esse, sicuramente la più importante, é quella della scelta fra la vita e la morte degli individui nonché la conseguente selezione fra l’accesso alle cure e l’esclusione in caso di scarsità di risorse.
Trattasi, in pratica, di decisioni che necessitano di un fondamento bioetico, molto spesso invece marginalizzato per far posto alla tempestività d’azione.
L’intento del volume “Bioetica in trincea”, Edizioni Nuova cultura, di Luisa Borgia – Presidente del Comitato Sammarinese di Bioetica- é quello di evidenziare ed offrire spunti di riflessione non sempre sufficientemente considerati durante catastrofi ed emergenze di varia entità, ormai purtroppo divenute la “nuova normalità” di fronte alla quale deve mutare anche l’approccio dei decisori e dei cittadini.
L’impreparazione che ha rappresentato il fil rouge delle più recenti situazioni di crisi internazionali ha innescato, a cascata, una pervasiva violazione dei diritti umani.
Luisa Borgia
Una deumanizzazione alla quale abbiamo assistito anche nei luoghi deputati alla cura delle persone più fragili, ha rappresentato uno spartiacque nella nostra era, la prima nella storia ad aver costruito la propria società sui diritti dell’uomo.
Siamo chiamati ad operare una scelta radicale: o cancellare le forme di umanesimo che abbiamo costruito nel corso dei secoli o riappropriarci dei valori etici e porli a fondamento delle azioni e delle decisioni non solo in tempo di pace, ma anche e soprattutto durante le crisi.
Questa è la nuova sfida della bioetica, chiamata a “sporcarsi le mani” nella trincea dell’emergenza, occupandosi di nuove e urgenti tematiche, così da prepararsi ad affrontare scelte drammatiche.
Tutta la riflessione ruota intorno alla necessità di non derogare al rispetto dei diritti umani nemmeno nelle catastrofi, analizzando il ruolo e le vulnerabilità di tutti gli attori di tali scenari.
L’autrice allarga così lo sguardo non solo sulle vittime a noi note, ma anche su tutti quei soggetti mai annoverati in tale categoria, in ogni fascia di età e in situazioni di disabilità, sia pure coinvolti solo a livello psicologico; vittime dirette e indirette, come i soccorritori umani e gli animali (talvolta loro stessi nella veste di salvatori, spesso ignorati totalmente, così trascurando anche le ricadute di ogni tipo sui loro proprietari).
Il fine meritevole del libro é suscitare una riflessione nonché informare e divulgare gli importanti documenti settoriali; insomma “conoscere per agire”, un invito alla formazione specifica, continua e armonizzata in ambito internazionale per essere preparati nei momenti di crisi.