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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
“Siamo un gruppo di donne e uomini. Tra noi giocano molte differenze. Quella fondamentale è che siamo, appunto, donne e uomini. Sembra ovvio, persino banale, ma nel linguaggio e nelle rappresentazioni che circolano normalmente questa differenza viene sottintesa, taciuta, cancellata. Noi invece vogliamo significarla e quindi cerchiamo ed usiamo parole che l’esprimano”: così si auto-presenta l’associazione “culturale-politica e apartitica” Identità e differenza, fondata nel 1988, in una “scheda informativa” contenuta nel volume di Teresa Lucente, Il luogo accanto. Identità e Differenza, una Storia di Relazioni, Effigi, Arcidosso (GR) 2020.
Il libro racconta l’esperienza orami più che tentennale di questa associazione che aggrega i suoi membri soprattutto intorno al desiderio di una “politica altra”, alternativa alle pratiche prevalenti “nei partiti e nelle istituzioni” e fondata sulla volontà di “stare in relazione in maniera non strumentale, con nessun altro fine che la relazione stessa, luogo di comunicazione profonda e sincera”.
L’autrice tematizza vari aspetti di questa ricerca, inscindibilmente intellettuale e pratica, di nuovi modi di vivere le relazioni di genere che, come tutte le relazioni interpersonali, arricchiscono se i conflitti vengono gestiti e non illusoriamente negati.

Tra i capitoli che mi hanno incuriosito di più il quarto, dedicato a Desiderio d’amore e Spiritualità femminile, in cui pensatrici ‘laiche’ si confrontano con donne di fede cristiana. Qui leggiamo, tra l’altro, una testimonianza di Luisa Muraro, esponente di rilievo della comunità filosofica femminile “Diotima”: “Io alle studentesse dico questo, ed è una cosa di cui capiscono che è importante. E cioè gli dico: non mettete mai un uomo al posto di Dio. Non credi in Dio? Non importa, neanche io ci credo, però il posto glielo devi lasciare, il posto deve restare vuoto”.
Forse si potrebbe aggiungere che quel posto non solo deve essere lasciato vuoto, ma deve essere custodito e difeso dalle intrusioni indebite: per noi maschi, infatti, è una tentazione irresistibile occuparlo. E, una volta intronizzati, dispiegare – perfino autolesionisticamente – il nostro sovranismo.
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Giornalista pubblicista, Filosofo. Fondatore della Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone di Palermo