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Il maschilismo che altera i rapporti sociali e personali

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Augusto Cavadi

Dopo un secolo di lotte femministe, a che punto in Occidente è oggi il patriarcato, il maschilismo ?

Esso è “allo stesso tempo sotto assedio e al potere” rispondono Carol Gillican e Naomi Snider in Perché il patriarcato persiste? (Vanda Edizioni, Milano 2021, p.133). Per spiegare questa formula paradossale (che andrebbe benissimo anche per illustrare lo stato della mafia nel Meridione italiano) sono necessari tre o quattro passaggi.

Il maschilismo che altera i rapporti sociali e personali
Carol Gillican e Naomi Snider

Il primo, ovviamente, è intendersi sulla definizione di  “patriarcato” che, secondo le autrici, è “una cultura fondata su una struttura binaria e gerarchica di genere” per la quale:

  1. “le capacità umane” sono o “mascoline” o “femminili” e le mascoline sono da privilegiare;

  2. “alcuni uomini” sono al di sopra di altri e tutti gli uomini al di sopra delle donne”;

  3. si perpetua “una separazione tra il sé e le relazioni”, con la conseguenza (dannosa sia per gli uomini che per le donne) che gli uomini vengono obbligati ad “avere un sé senza relazioni” e le donne ad “avere relazioni senza avere un sé” (p. 32).Il maschilismo che altera i rapporti sociali e personali

Un secondo passaggio consiste nel distinguere (senza separarle !) la dimensione istituzionale-politica dalla dimensione psicologico-soggettiva: dal punto di vista delle leggi pubbliche e persino del costumi privati e familiari, il patriarcato maschilista ha subito seri colpi, ma dal punto di vista dei meccanismi psicologici esso perdura e si perpetua inossidabilmente. Trasformare le teorie politiche, giuridiche, sociali è necessario, ma – se non si trasforma anche la psicologia della gente – risulta insufficiente.

Il mondo psichico delle persone – siamo a un terzo passaggio del discorso di Gilligan e Snider – è, a sua volta, complesso perché comporta una sfera conscia, di cui si può essere abbastanza agevolmente consapevoli, e una sfera inconscia, di cui si è abitualmente vittime ignare. E’ in questa sfera che si annidano le radici perenni del sistema patriarcale-maschilista. Infatti, originariamente, gli esseri umani siamo esseri-in-relazione e il “successo evoluzionistico” della nostra “specie” pare sia dovuto alla “nostra capacità di comprensione reciproca” (dunque anche a “empatia, lettura del pensiero, cooperazione”) (p. 36). Ma, inevitabilmente, questa apertura relazionale ci espone al rischio della “perdita” , della delusione, del tradimento (pp. 77 – 106). Un modo per difenderci, preventivamente, da questa ferita è stato inventato, proposto e trasmesso dal sistema patriarcale che prescrive di separare “l’intelligenza (il sapere) dall’emozione (l’avere a cuore)” rendendo “uomini e donne incapaci di essere pienamente umani” (p. 72). In particolare inducendo (secondo la terminologia dello psicologo John Bowlby)  i maschi, soprattutto, a un atteggiamento di “evitamento relazionale e distacco emotivo (definiti attaccamento evitante/autosufficienza compulsiva)” e le femmine, prevalentemente, a una “relazionalità conforme” (“attaccamento ansioso/accudimento compulsivo”) (p. 79).Il maschilismo che altera i rapporti sociali e personali

Detto in parole meno tecniche: in regime patriarcale “i «veri uomini», prendendo le distanze dal loro bisogno di amore e di cure amorevoli, evitano di sperimentare il tradimento e il dolore che hanno finito con l’associare all’intimità, e le loro relazioni diventano sempre meno sensibili all’espressione dei propri bisogni emotivi e della propria vulnerabilità. Le «brave donne», prendendo le distanze dai propri veri pensieri e sentimenti, evitano il dolore che deriva dall’essere in relazioni che non corrispondono ai loro desideri e ai loro interessi” (p. 122).

Va aggiunto, almeno, un quarto – e ultimo – tassello a questo interessante ragionamento di Gilligan e Sinder: il patriarcato – in quanto “patologia psicologica” – comporta “un danno politico” (p. 126). Infatti, con l’intento di difenderci dalle disavventure dell’amore, “ci separa da quelle parti di noi necessarie per riparare le fratture della relazione, comprese le ingiustizie (razzismo, sessismo e altre forme di oppressione) a cui la frattura della relazione apre la strada” (p. 133). Ci condanna a percorrere la strada sterile che “dalla protesta” (infantile e adolescenziale) “conduce alla disperazione e al distacco” (tipici del cinismo adulto) (Ivi), lasciando il mondo nella falsa convinzione che “l’uso della forza” sia l’unico “mezzo per affrontare i conflitti” (p. 175).Il maschilismo che altera i rapporti sociali e personali

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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