HomeRisvoltiIl massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occidente

Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell’occidente

Donne, vita e libertà” gridano in Farsi le iraniane massacrate da anni in Iran. Scriverlo e riscriverlo infinite volte non serve a nulla.

Così come, oltre a sensibilizzare e scuotere le coscienze, non serve a nulla piangere per il tragico destino di Jina Mahsa Amini al quale è stato conferito alla memoria il Premio Sacharov per la libertà di pensiero dal Parlamento Europeo. Oppure indignarsi per la sedia vuota ad Oslo per Narges Mohammadi, la vincitrice del premio Nobel per la Pace 2023, detenuta e torturata nel terribile carcere di Evin a Teheran.

Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occident
Narges Mohammadi

Se il mondo libero, l’occidente, l’Europa, non trovano la maniera di intervenire e di agire per bloccare la strage quotidiana delle studentesse, dei giovani e delle donne, di chiunque si opponga in tutto l’Iran, davvero poco o nulla serve denunciare, protestare, manifestare, urlare rabbia e indignazione contro quel disumano mix di inquisizione spagnola, nazismo e stalinismo del truce regime fondamentalista teocratico di Teheran.

“Tutto ciò che è fatto per amore é sempre al di là del bene e del male” ripeteva Friedrich Nietzsche, il filosofo tedesco che sosteneva l’inutilità della dimostrazione della non esistenza di una qualunque divinità, poiché – sosteneva – “é la realtà stessa, l’essenza caotica e malefica del mondo a confutare l’idea di un Dio”.

Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occident
Le foto degli arrestati e delle vittime della repressione in Iran

Conoscere per intervenire: mai come per l’attuale situazione iraniana risulta essenziale avere un quadro completo dell’intero contesto.

Dopo le rivolte popolari spontanee del 2019/2020 esplose in tutto il paese a causa dell’aumento esponenziale dei prezzi del carburante, la repressione del regime si é concentrata soprattutto sulle donne. Nel settembre del 2022 l’uccisione in carcere per le percosse della 22 enne Jina Mahsa Amini, arrestata perché non indossava correttamente il velo, ha provocato una valanga di rivolte giovanili propagatesi a macchia d’olio nella capitale e in oltre 160 città iraniane.

Il regime degli Ayatollah ha risposto con il pugno di ferro ed il terrore, eseguendo condanne a morte, sparando contro la folla e uccidendo circa 550 manifestanti (cifra per difetto), arrestando 20 mila persone e con l’inedita intossicazione sistematica di migliaia di studentesse attraverso l’alimentazione scolastica per bloccare la partecipazione alle proteste ed intimidire alunne e familiari.Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occidente

Nonostante i continui massacri, le proteste non si sono esaurite, la folla continua a scendere in piazza e le donne continuano a bruciare i propri veli e a tagliarsi i capelli.

Il tutto in attesa di un intervento internazionale che non soltanto non c’è stato, ma non viene al momento neanche immaginato dal resto del mondo.

Eppure a fronte delle colossali risorse militari e finanziarie destinate a sostenere l’Ucraina e Israele, basterebbe quantomeno una decisa iniziativa internazionale per far comprendere al popolo iraniano che non é isolato e che se si ribella in massa contro il regime, le proteste non potranno essere arginate.Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occidente

Non é da escludere inoltre che gli apparati amministrativi ed economici del governo, che ben conoscono il disastro nel quale sta precipitando il paese, non si uniscano alla rivolta.

Urgente ed essenziale, una iniziativa internazionale di solidarietà e di aperto sostegno al movimento delle donne e degli studenti iraniani, rappresenterebbe anche una svolta di rifondazione dell’Onu.

Una svolta per un’organizzazione delle Nazioni Unite di nuova composizione internazionale, non più condizionata dai veti delle superpotenze, in particolare della Russia di Putin e della Cina.

Nazioni davvero unite, senza falsi unanimismi, meno numerose ma più incisive e operative, in grado di intervenire come garanti della pace e del rispetto dei diritti umani in Iran.

Scongiurando soprattutto la deriva nucleare che rischia di dotare gli Ayatollah integralisti iraniani, sostenitori e finanziatori dell’Isis, di Hamas e degli Hezbollah libanesi, di ordigni atomici in grado di distruggere l’Occidente.

Il che é esattamente quello che si prefiggono i terroristi islamici.Il massacro delle iraniane rappresenta il suicidio dell'occidente

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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