Possibile, ma improbabile: e se Mario Draghi si presentasse al Quirinale con la lista dei Ministri del suo governo già pronta?
Sono in parecchi ad averlo pensarlo già da ieri sera, da quando è stata resa nota l’ora della convocazione, le 12, per il conferimento dell’incarico da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Percepito come un vaccino per scongiurare la deriva dell’Italia, il Governo che Draghi si appresta a formare sarà un esecutivo snello, di circa 16 Ministri, depurato dai dicasteri doppioni e formato, probabilmente da diversi esponenti della task force guidata da Vittorio Colao.
Un dream team, come era stata definita la task force, che aveva elaborato una serie di progetti per rendere il Paese competitivo e riavviare l’ecomomia nel corso e soprattutto dopo la pandemia.
Piani e progetti ignorati dal Premier Conte e che ora potrebbero rappresentare, assieme ai protagonisti di quel team, il volano di partenza del governo di ricostruzione presieduto dall’ex Presidente della Bce, che dopo aver salvato una prima volta Roma, e l’Euro, acquistando il debito pubblico italiano, sorreggendo economicamente il Paese ed evitando il default, prova ora a rimettere in piedi l’Italia.
Questo il quadro dei probabili Ministri, fra parentesi gli uscenti che potrebbero essere riconfermati per assicurare la continuità:
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Affari Esteri
Elisabetta Belloni, Andrea Riccardi, Marta Dassù
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Interno
Luciana Lamorgese
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Difesa
(Lorenzo Guerini)
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Giustizia
Marta Cartabia, Paola Severino
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Economia
(Roberto Gualtieri) Carlo Cottarelli, Fabio Panetta
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Sviluppo Economico e Infrastrutture
Vittorio Colao
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Lavoro e Politiche sociali
Enrico Giovannini
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Affari europei
Enzo Moavero Milanesi
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Affari regionali
Sabino Cassese
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Pubblica amministrazione e semplificazione
Roberto Cingolani
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Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare
(Costa)
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Istruzione, Università e Ricerca
(Gaetano Manfredi)
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Salute