Primi segnali negativi per il settore dei servizi finanziari in Gran Bretagna sullo sfondo delle incertezze sulla Brexit. Fra febbraio e marzo l’indice di attività economica nel settore finanziario – gallina dalle uova d’oro della City londinese – ha fatto registrare un calo da 51,3 a 48,9 punti.
Il fenomeno, spiegano gli analisti, non é ancora legato al momento a scenari di fuga massiccia, ma piuttosto a un clima di prudenza e attesa. Uno stallo che tuttavia rischia di trasformarsi presto in abbandono delle posizioni.

A differenza del Regno Unito, l’Europa è comunque pronta a fronteggiare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. In caso di no-deal, il Regno Unito diventerebbe un paese terzo all’Unione europea e nel settore delle dogane e del fisco ci sarebbero quattro grandi cambiamenti:
- 1) L’applicazione immediata del codice doganale comunitario sul traffico di merci dal Regno Unito, quindi nuovi controlli doganali
- 2) Le imprese Ue che ora commerciano con il Regno Unito dovranno iniziare a rispondere alle formalità doganali con un aumento stimato del 40/50% delle dichiarazioni riguardanti le importazioni e le esportazioni
- 3) I diritti doganali, l’Iva, le accise, dovranno essere pagati alla dogana dagli importatori. Gli esportatori dovranno conformarsi all’obbligo di fornire la documentazione doganale per giustificare l’esenzione dell’Iva all’esportazione, i visitatori in Ue dal Regno Unito avranno diritto al rimborso dell’Iva pagata sui beni comprati durante il loro soggiorno nell’Ue, a condizione che questi beni siano presentati in dogana, al momento dell’uscita dall’Ue, con i documenti per il rimborso dell’Iva.
- 4) I bagagli e le merci avranno controlli doganali. I viaggiatori dal Regno Unito non potranno più trasportare certi merci in Ue o solo in modiche quantità, per esempio i prodotti di origine animale o somme di denaro in contante che supereranno i 10mila euro dovranno essere dichiarate.
Per il Commissario Europeo agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, sette dei dieci principali partner commerciali del Regno Unito sono paesi dell’Ue, ed ogni anno ci sono più di 4 milioni di veicoli, cioé 11mila veicoli al giorno, tra Eurotunnel e traghetti.
Senza un accordo l’attività di migliaia di imprese europee e dei viaggiatori sarà perturbata dalla reintroduzione dei controlli doganali e delle formalità burocratiche. Questo varrà per tutti i punti di entrata nell’Ue per i cittadini del Regno Unito.
Sul fronte doganale l’Irlanda e tutti gli stati lungo la Manica hanno già realizzato nuove infrastrutture ed stanno assumendo e formando nuovo personale. In particolare in Belgio sono in fase di assunzione 386 nuovi doganieri, in Francia 700, in Germania e nei Paesi Bassi complessivamente 900, ed in Irlanda oltre 400. A Calais sono già pronti ad entrare in azione i nuovi uffici doganali e per i controlli all’uscita dall’Eurotunnel.
In merito alla frontiera irlandese, in caso di no-deal, dal momento che qualsiasi merce che entrerebbe dal Regno Unito in Irlanda entrerebbe nel territorio doganale dell’Ue da un paese terzo, sia l’Europa che il Regno Unito sarebbero davanti a un problema notevole “E’ importante come avverranno questi controlli..” sottolinea il Commissario Europeo agli affari economici e monetari
Fonti: Agenzia Ansa Agenzia Nova