Spazia dalla Russia di Putin alla Cina di Xi Jinping, dai rischi energetici al terrorismo internazionale ed homegrown, dal rientro dei foreign fighters alla Cybersecurity, dal salto di qualità criminale della ndrangheta calabrese al narcotraffico, l’annuale relazione del Dis il Dipartimento per la sicurezza nazionale che coordina le agenzie nazionali d’intelligence per l’estero e l’interno, Aise ed Aisi.

“La tutela del Sistema Paese, con le sue plurime sfaccettature, si inserisce in uno scenario globale contraddistinto da una ripresa economica sostenuta, nonostante le incertezze dovute al differente andamento delle campagne vaccinali nazionali” si legge nell’analisi del Dis.
Il monitoraggio della galassia jihadista da parte dell’intelligence evidenzia come l’Italia, ed in particolare Papa Francesco, Piazza S. Pietro e monumenti quali il Colosseo, continuino a permanere oggetto di minacce e ipotesi di attentati.
Particolarmente rovinosi possono diventare gli attacchi alla cybersecurity. Il cyberspazio – afferma la relazione del Dis – può dischiudere straordinarie possibilità di progresso, oppure esporre a pericoli la tenuta del Sistema Paese, la cui messa in sicurezza non può prescindere dalla necessaria visione d’insieme delle complesse implicazioni della trasformazione digitale.
Dal fronte incandescente della guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, la radiografia informativa focalizza l’intero contesto cinese.
La Russia punta a “riaffermare la propria primazia” sui Paesi dell’ex Urss ed essere riconosciuta “fra le grandi potenze mondiali”, mette nero su bianco il rapporto del Dis sulla sicurezza, pubblicato mentre è in corso il quinto giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Un’invasione che, si sottolinea, costerà alla Russia anche pesanti conseguenze economiche per via delle sanzioni.

Sanzioni tuttavia condannate fermamente dalla Cina. Motivo per cui si teme un ulteriore avvicinamento di Putin a Xi Jinping. Tuttavia per i nostri 007 “nonostante il crescente allineamento strategico mostrato in tali ampie sfere di collaborazione, le relazioni tra Mosca e Pechino non hanno raggiunto il livello di una vera alleanza”.
