Intrighi russi e ombre cinesi. Putin? Prigozhin? Shoigu? , “non fate domande e non vi verranno dette bugie” dicono a Mosca, capitale dell’indefinito, delle ombre e delle trame, dove sembrano pronunciate oggi le parole con le quali Winston Churchill, 80 anni addietro, affermava che la Russia era: “un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma.”

Il presunto avvistamento in un albergo di Minsk di Yevgeny Prigozhin non dirada i molti misteri che avvolgono il clamoroso corto circuito verificatosi nel fine settimana scorso fra la leadership di Vladimir Putin ed i vertici militari russi.
Quanto più continua la guerra, tanto più il logoramento interno del regime è destinato ad acuire l’incertezza e il malcontento popolare, per i soldati caduti sul fronte ucraino e per il progressivo deterioramento economico. Effetti collaterali sotterranei destinati prima o poi ad una “emersione” popolare.

Nonostante l’asfissiante repressione il Presidente russo é indirettamente messo sott’accusa dai blogger nazionalisti. “Dove erano il ministro della Difesa? il Capo di Stato Maggiore e le direzioni operative? Cosa faremo se un nemico arriva così domani? Correremo come polli senza testa intorno al pollaio? “ dice il blogger militare russo Voenkor Kotenok che sul suo canale Telegram annovera 450mila iscritti, fingendo di ignorare che il Comandante supremo, il capo dei capi, delle forze armate russe é Putin.

Vera Politkovskaja, figlia della giornalista coraggiosa accusatrice di Putin Anna Politkovskaja, assassinata il 7 ottobre 2006 a Mosca, ha osservato che invece dei carri armati per tentare di fermare la marcia della Wagner erano disponibili soltanto degli autocarri e sono state distrutte delle strade.

“E’ evidente che c’era paura ed in Russia – ha sottolineato Vera Politkovskaja – la paura viene percepita dalla popolazione come una cosa negativa, soprattutto se é determinata da un leader autoritario che mostra di sapere sempre cosa fare. Ma in questo caso specifico Putin non sapeva cosa fare”.
Impotenza e indeterminatezza che, fra le molte reazioni internazionali traspaiono dietro le quinte degli incoraggiamenti formulati a Mosca da Pechino.
E’ evidente come la Cina tema che i problemi strutturali del corto circuito della leadership e degli equilibri militari della Russia rappresentino segnali di sommovimento delle linee di faglia del regime moscovita.
Una spia di inaffidabilità o, molto peggio, di un possibile terremoto che sovraesporrebbe il gigante cinese a pesanti ricadute economiche e strategiche sul fronte del braccio di ferro con gli Stati Uniti e dei rapporti commerciali con l’Europa.
“La Russia è tempesta”, recitano da oltre un secolo i versi del poeta di San Pietroburgo Aleksandr Blok, una tempesta che rischia di cogliere impreparata una Cina adagiatasi sulla consapevolezza di essere al centro del mondo.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.