La Cina è una trappola moderna, tecnologicamente sofisticata, e rigidamente governata da un antico e pervicace regime dittatoriale. Per non farsi prendere alla sprovvista e soprattutto per non farsi infiltrare in maniera subdola e irreversibile, la Nato dovrà prestare più attenzione nei confronti delle minacce alla sicurezza provenienti dalla Cina, piuttosto che quelle legate alla Russia.
Lo sostiene un rapporto di 67 pagine commissionato dal Segretario Generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, all’esame dei ministri degli Esteri degli Stati membri in videoconferenza. Al vertice partecipano anche rappresentanti di Stati non membri dell’Alleanza atlantica, come Giappone e Australia.
“La Cina non condivide i nostri valori. Non rispetta i diritti umani fondamentali e cerca di intimidire gli altri Paesi”, ha dichiarato ai giornalisti Stoltenberg.
Il rapporto é stato redatto da un gruppo coordinato da Aaron Wess Mitchell, già assistente segretario di Stato Usa per gli Affari europei ed euroasiatici, e nel quale figura l’ex vice ministro degli Esteri italiana, Marta Dassù. “Il vero messaggio chiave é che la Nato deve adattarsi a un’era di competizione tra grandi potenze che non include solo la Russia, ma anche la Cina”, ha spiegato Wess Mitchell al “Wall Street Journal”.
Secondo Douglas Lute, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato durante l’amministrazione Obama, il documento ha un doppio obiettivo: il primo é di fornire raccomandazioni per un aggiornamento del “concetto strategico” dell’Alleanza, risalente al 2010; il secondo è quello di offrire al segretario generale Stoltenberg uno strumento per rispondere alle critiche del presidente francese, Emmanuel Macron.
Quest’ultimo, infatti, ha recentemente definito la Nato “clinicamente morta” e ha invitato gli altri Paesi europei ad acquisire maggiore indipendenza rispetto agli Stati Uniti. Una eventuale revisione della strategia e della visione della Nato dovrebbe in ogni caso passare per la futura amministrazione statunitense. Il neo eletto Presidente Joe Biden ha dichiarato di recente di voler rafforzare l’Alleanza investendo in particolare nell’intelligenza artificiale e nella tecnologia per contrastare le nuove minacce informatiche.
Il rapporto allo studio dei ministri degli Esteri dell’Alleanza rileva che la Cina “non costituisce una minaccia militare immediata per l’Europa”, ma ricorda che Pechino sta espandendo il proprio raggio d’azione militare all’Atlantico, al Mediterraneo e all’Artico. La Nato viene quindi invitata a stabilire un’unità per “monitorare una cooperazione militare e tecnologica tra Russia e Cina” che potrebbe nuocere l’Alleanza.
Secondo il rapporto, inoltre, occorre considerare l’ipotesi di istituire “un organo consultivo” perché i membri della Nato e i loro partner possano scambiarsi rapidamente informazioni sulla Cina e sulle minacce poste dalla Repubblica popolare. Tra le vulnerabilità che Pechino potrebbe cercare di sfruttare, indica il rapporto, vi sono le catene di fornitura occidentali.
Immediata la replica cinese: “la Cina è pronta a condurre il dialogo e la cooperazione con la Nato sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco” – ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, nel quotidiano incontro con la stampa a Pechino. “Ci auguriamo – ha aggiunto la portavoce – che la Nato sosterrà una visione corretta della Repubblica popolare, guarderà allo sviluppo del Paese e alle politiche interne ed estere in modo razionale e farà di più per favorire la sicurezza e la stabilità internazionali e regionali”.
Come dire che, per quanto aspro e rischioso per la pace possa essere il confronto, se l’Alleanza Atlantica vuole la sfida l’avrà…
Fonte: Agenzia Nova Wall Street Journal