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La diarchia che fa rima con democrazia

Dalla Resistenza, alla nascita della Repubblica, al varo della Costituzione, raramente per l’Italia la storia ha coinciso con l’affermazione della democrazia ed una tale adesione popolare come per la rielezione al Quirinale e l’inizio del secondo mandato del Presidente Sergio Mattarella.

La svolta è talmente incisiva e profonda da avere avviato una evoluzione costituzionale di fatto che prefigura, come evidenziano le sequenze dell’insediamento del Capo dello Stato, una trasparente diarchia istituzionale democratica, formata da Mattarella e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.La diarchia che fa rima con democrazia

Dalla tradizionale formula della moral suasion, per effetto del big bang della politica giunta al limite dell’eutanasia, la metamorfosi del ruolo presidenziale si è così trasfigurata in una funzione che si potrebbe definire di subliminal suasion in grado di sottolineare, influenzare e accelerare lo scatto in avanti del Paese per assicurare piena dignità esistenziale, tutela dei diritti, osservanza dei doveri, sicurezza e sviluppo economico ai cittadini.

Una vera e propria rivoluzione mattarelliana, della quale il Premier Draghi è coprotagonista e realizzatore. Un inedito cambio di passo istituzionale al quale, più che definizioni quali tandem, ticket o accoppiata, si addice invece pienamente il termine di diarchia nel senso di ottimizzazione del processo democratico e nel rispetto delle reciproche funzioni costituzionali del Quirinale e di Palazzo Chigi.La diarchia che fa rima con democrazia

La condivisione ideale e programmatica fra il Presidente della Repubblica e il Premier é tale, come hanno prospettato le parole di Mattarella, dritte al cuore dei tanti – troppi –  problemi , che pur entro l’ambito costituzionale, il discorso del Presidente ha indicato una precisa rotta programmatica al Governo e al Parlamento per trasformare l’Italia in una democrazia compiuta, con una giustizia all’altezza  della civiltà giuridica della tradizione romana e giustinianea, una sanità all’avanguardia in grado di fronteggiare e sconfiggere la pandemia, servizi e infrastrutture efficienti, l’effettiva tutela dei lavoratori, il sostegno ai giovani e alla scuola, la piena valorizzazione dell’incommensurabile patrimonio artistico e culturale.

Cosa cambia concretamente e in che tempi? Che l’evoluzione del panorama politico è già in fase di forte accelerazione, con un paio di leader in bilico e, soprattutto, con all’orizzonte dell’autunno prossimo una nuova configurazione partitica.

Per effetto della scintilla dei peones che hanno ribaltato i veti dei capi partito e determinato la rielezione di Mattarella, legittimandolo con il riscontro della larghissima condivisione dell’opinione pubblica, il Capo dello Stato è in grado di assicurare un effettivo sostegno costituzionale e parlamentare al Governo Draghi anche a dispetto delle prevedibili impennate dei  leader che pensano di superare la bruciante sconfitta inferta loro dai peones scaricando sull’esecutivo le tensioni interne dei partiti.

Pur senza quanti si vorranno sfilare dalla maggioranza, il governo Draghi è in grado cioè di ottenere un’ampia fiducia parlamentare, anche a costo di spaccare i partiti.

Lo snodo principale della subliminal suasion è quello del soggetto politico, un rassemblement che gli amanti degli acronimi potrebbero battezzare informalmente Matt-Drag, dall’assonanza e retrogusto culturale con lo sturm und drang del romanticismo tedesco.La diarchia che fa rima con democrazia

Un partito liquido e trasversale delle istituzioni, inizialmente definito Draghi party, indirettamente riferibile al Premier e già chiaramente delineato in forte crescita da tutti i sondaggi.

Alle domande su chi potrebbe assumerne la leadership operativa e quali le possibili adesioni, gli ambienti parlamentari concordano sulle ipotesi degli attuali Ministri della Transizione digitale Vittorio Colao e delle Infrastrutture Enrico Giovannini come eventuali cordinatori nell’ambito di un ampio contesto confindustriale, editoriale, finanziario scientifico e politico.

Fra i nomi dei probabili, ipotetici aderenti al rassemblement istituzionale in progress, figurano fra gli altri i Ministri dell’Economia Daniele Franco, della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, della Transizione ecologica Roberto Cingolani, del Sud Mara Carfagna, e degli Affari regionali Maria Stella Gelmini, il sottosegretario Bruno Tabacci e l’ex ministro e giudice costituzionale Sabino Cassese.

Ipotesi, soltanto ipotesi, nient’altro che ipotesi che tuttavia hanno iniziato a circolare a proposito della nuova formazione politica destinata a scaturire dalla fase di scomposizione e riaggregazione del dopo Quirinale.

Un’ amalgama di posizioni eterogene e fughe in avanti che attraversa come una forza centrifuga non soltanto la Lega e i 5 Stelle, ma anche Forza Italia, il Gruppo Misto ed i renziani. Mentre il Pd confida nella ritrovata compattezza determinata dalla coerenza sull’indicazione di Sergio Mattarella, fin dall’inizio dei sei tumultuosi giorni di scrutini per eleggere il Capo dello Stato.

Ma è evidente che il ressemblement istituzionale formatosi attorno alla diarchia che fa rima con democrazia, rappresenta per i dem un forte richiamo ed insieme un’opzione per procedere simultaneamente alla ricostruzione dell’Italia giusta e dignitosa che Mattarella ha delineato direttamente al Paese, bypassando subliminalmente i partiti.La diarchia che fa rima con democrazia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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