Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta. Storie di vita e vicende vissute
by Caterina Russo
I molti anni d’esperienza come pedagogista clinico ad Alcamo, città della Sicilia occidentale al confine con l’area metropolitana di Palermo e dalle origini molto antiche, risalenti agli arabi, mi hanno fatto riflettere molto sul ruolo nel contesto siciliano della donna, come figlia, moglie e madre.
Tre ruoli che interagiscono all’interno di una identità siciliana e che si fondono in un intreccio di varie sfumature storiche, culturali, religiose, sociali.
Partendo già da Alcamo (epicentro della storica ribellione insieme antimaschilista e antimafiosa di Franca Viola) e più in generale dalla Sicilia, merita grande attenzione il ruolo delle donne che negli anni hanno lottato contro la mafia e per la affermare i loro diritti sociali, sindacali e politici.

Donne che si sono scontrate con la società patriarcale che le ghettizzava e impediva loro di affermarsi nel lavoro e nella società.
Passato e futuro si confrontano oggi soprattutto per le donne intorno ai 55 anni. Un confronto lungo la frontiera fra i residui di una mentalità ancora molto presente nell’ambiente provinciale e rurale e l’evoluzione culturale e tecnologica della società.
Dal lungo cammino evolutivo emerge oggi una concezione di “madre/nonna” che accompagna i figli nella crescita, ma che è sempre più conscia del proprio ruolo di moglie e di donna.
Quando questo ruolo non viene riconosciuto o non si afferma, subentra un disagio sociale e culturale.
Se le donne sono legate a madri ancorate a modelli conservatori, il risultato è quello di ritrovarsi in lotta con sé stesse nel tentativo di mediare fra il rigido tradizionalismo familiare e i nuovi inarrestabili modelli sociali. Condizioni che determinano spesso, nella psiche femminile, il superamento dell’universo simbolico tradizionale.

La donna oggi, prima di amare il suo ruolo come madre, vuole imparare ad apprezzare di più sé stessa e rivendica l’affermazione della propria soggettività.
E’ un modello di donna moderna molto distante da quello imposto dalle madri degli anni ’50 e ’60, che spesso rivolgevano la loro attenzione soprattutto alla cura dei figli trascurando sé stesse. La difficoltà nella donna siciliana di oggi sta proprio in questo passaggio di separazione tra ciò che ha acquisito e ciò che vuole modificare all’interno di un modello educativo tradizionale.
Un passaggio dalla figura materna interiorizzata al ruolo di madre moderna, aperta ai processi di modernizzazione. Da qui spesso nascono figure materne che per riparare alla mentalità e alle rigidità vissute sulla propria pelle da ragazze, si relazionano con i figli soprattutto in età adolescenziale, tentando di essere delle “mamme amiche”, quasi due soggetti alla pari.
Atteggiamento pedagogicamente sbagliato che crea confusione di ruoli e la perdita di un modello di rispetto e di autorevolezza. Con l’adolescente che non di rado si ritrova a consolare la madre e a proteggerla perché fragile.

Sono scenari al limite, con disagi in crescita come la scarsa stima di sé stessi, depressione, difficoltà nella gestione del rapporto di coppia. Disagi che coinvolgono anche gli adolescenti, che spesso manifestano ansia, difficoltà nella gestione delle emozioni, disturbi dell’alimentazione, attacchi di panico, autolesionismo, disturbi del comportamento, disturbi nell’apprendimento, apatia e scarso senso di responsabilità.
