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La rivoluzione politica dietro l’angolo del 2023

Sturm und Draghi. Facciata populista e continuità con Mario Draghi. La definizione che tanto a Bruxelles quanto a Roma negli ambienti politico istituzionali viene data del rodaggio del governo di Giorgia Meloni, rassicura i mercati e grazie alla garanzia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scongiura l’incombente rigidità dell’Europa.

La rivoluzione politica dietro l’angolo del 2023
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Premier Giorgia Meloni

Dopo aver domato e guadato, con la tradizionale fiducia di fine anno utilizzata da tutti i Governi, il fiume in piena della manovra finanziaria, l’intelligenza politica e l’abilità manovriera della Premier stanno già prefigurando il soqquadro degli scenari politici del 2023.

La crescita esponenziale del consenso popolare e l’effetto calamita di Giorgia Meloni, l’implosione di Forza Italia e della Lega finora ostinatamente ancorata alla zavorra di Matteo Salvini, per non parlare della frantumazione di un Partito Democratico alla ricerca di leadership e di motivazioni esistenziali, preannunciano per il nuovo anno una rivoluzione politica in cui nulla sarà più come prima.

La rivoluzione politica dietro l’angolo del 2023
Matteo Salvini

Dall’identità europea e atlantica del Governo, etichettato come Meloni – Mattarella nelle capitali che contano, all’assetto della maggioranza e dei partiti, il big bang del proditorio rovesciamento del Governo Draghi e l’effetto delle elezioni del 25 settembre, stanno imprimendo una profonda trasmutazione generale della politica, delle leadership e della stessa conformazione delle aggregazioni partitiche.

Attorno alla governabilità e alla stabilità assicurata da Giorgia Meloni, che all’inizio dell’anno dovrebbe recarsi in visita ufficiale a Washington,  si stanno saldando un vasto movimento di opinione pubblica, intellettuali, protagonisti dei settori produttivi, rappresentanti delle istituzionali e gli esponenti politici nazionali e regionali spiazzati dalla polverizzazione dei partiti originari.

Un Meloni party più pragmatico che ideologico, a metà strada fra i repubblicani progressisti ed i democratici non liberal americani, in grado secondo i sondaggisti di sfiorare il 40%  dei consensi elettorali.

Ancora latente, ma sempre più consistente, per essere varata la nuova dimensione politica della Premier attende soltanto l’eclissi di Salvini, alle prese con la resa dei conti all’interno della Lega, e l’esito dell’imperscrutabile duello con l’immortalità politica di Silvio Berlusconi.La rivoluzione politica dietro l’angolo del 2023

Al conseguente riassetto della maggioranza, e all’eventuale rimpasto di Governo, potrebbe corrispondere una nuova configurazione delle opposizioni.

Più che il Pd, alle prese col rischio di una disintegrazione per la collisione Bonaccini-Schlein per la segreteria, sarà il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte a caratterizzare l’azione di contrasto alla nuova maggioranza di governo.

Un’azione di contrasto distinta e distante dai “vaffa” di Grillo e che da più parti si teme tuttavia possa innescare, anche se del tutto involontariamente, una deriva di incontrollabili risentimenti aggressivi e al limite del revanscismo pseudo terroristico, sul versante dell’abolizione del reddito di cittadinanza. Un revanscismo dietro il quale c’é il vuoto politico di un movimento ormai trasformatosi in un supermarket di rivendicazioni contraddittorie: pseudo ambientalismo e sostanziale giustificazionismo della devastante invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, ostracismo contro le infrastrutture essenziali per il Paese e strizzata d’occhio alla pervasività Cinese e Russa.

L’ago della bilancia e insieme l’alternativa politica dell’opposizione potrebbe essere rappresentata da Azione di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Un terzo polo in grado di inglobare la galassia in frantumi del Pd, di interpretare la tumultuosa evoluzione sociale ed economica in corso e di rappresentare la necessaria alternativa democratica.

Se i cerchi concentrici originati dalle elezioni del 25 settembre hanno avviato tutta una serie di inevitabili cambiamenti, la crescita personale dei leader e la capacità di trasformare i cambiamenti in una nuova dimensione politica sono svolte decisive che al momento soltanto Giorgia Meloni e Carlo Calenda evidenziano di essere capaci di compiere.

Istintivamente entrambi hanno infatti dimostrato di voler perseguire quanto affermava Luigi Einaudi: “la libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica.”La rivoluzione politica dietro l’angolo del 2023

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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