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L’autore e il suo personaggio: oui Messina c’est moi

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

by Luigi Di Salvo

Salvatore Savoia e Pietro Messina: l’autore ed il suo personaggio. Un gioco di sovrapposizione che supera quello, frequente e forse inevitabile, dell’utilizzo da parte dell’Autore di larghe parti delle proprie esperienze nelle storie che racconta.

Precedenti illustri, d’altronde, non ne mancano: da Antoine Doinel di Truffaut allo stesso Mastroianni di Fellini. In realtà chiunque scrive, o racconta con ogni forma d’arte una vicenda, provando a descrivere un mondo, non può che attingere prima di tutto al personalissimo serbatoio di emozioni e di ricordi: il problema riguarda la capacità da parte di chi scrive di evitare di ricadere in bozzetti troppo facili o in macchiette stereotipate.

L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi
Lo scrittore Salvatore Savoia

In questo senso, si deve riconoscere che il palcoscenico in cui si muove Pietro Messina, il “pianeta banca”, è stato esplorato sovente in chiave umoristica, e solo in rari casi qualcuno ha osato affondare la lama sulla critica alle figure degli impiegati, con i loro vizi e le loro infelicità. Solo nelle pagine di Balzac o in certi sfondi londinesi di Dickens traspare talora il dolore per tante vite sprecate e troppe miserie umane sopite.

Pietro Messina, a prescindere dal fatto che l’Autore sia riuscito o meno a renderne vivi e verosimili i tratti, è indubbiamente un uomo qualunque e non ci prova nemmeno a spacciarsi per un eroe: non appartiene del tutto alla sua azienda-mamma, ma neppure si atteggia a ribelle o ad anarchico. “Io vado in banca, stipendio fisso, così mi piazzo e non se ne parla più! “ così cantavano i Gufi negli anni 60, un’epoca in cui per acquistare una Giulietta e provare a farsi il villino, tanti uomini e donne non seppero o non vollero misurarsi con la misura delle proprie capacità o dei propri limiti, senza nemmeno lagnarsi della pochezza del risultato.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

Non è possibile neppure definire Pietro Messina come una sorta di Fantozzi “servo infelice”, né disegnarlo come l’impiegato, del tipo vestito in Facis misto di lana che per vent’anni ha sognato la collega del tavolo accanto, l’ha idealizzata fino al grottesco, senza peraltro concretizzare nessuna delle proprie illusioni.

Anni passati dinanzi ad una sorta di lavagna virtuale nella quale giornate ed anni sono scanditi da riti secolari ed immutabili, mentre il tempo è misurato sulla base della distanza dalle ferie o dal momento delle mitiche promozioni, annuale test ufficiale delle sconfitte e dei successi. Trent’anni passati sotto lampade accese anche a mezzogiorno.

Manca il sogno in queste vite, anche se – e questo non tutti lo sanno – pochi come i bancari sanno sognare.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

Pietro Messina (e tanto meno il suo autore) infine, non può dirsi un presuntuoso. Si è costruita la sua bolla d’aria privata fatta di riti, superstizioni, memorie intime non prive di rischi, come coloro che, vittime di dolori alla schiena, inconsapevolmente hanno assunto delle posizioni di difesa. Non essendo uno stupido, è riuscito a fare della propria (vera o presunta) diversità uno strumento per vivere in maniera accettabile. Non tutti lo capiscono, e già questo è un rifugio.

Dopo aver vissuto per trent’anni in un santuario di riti che si credevano indissolubili, Pietro, alla fine degli anni novanta, sente arrivare la fine della banca – almeno di quella che aveva conosciuto – come fanno alcuni animali prima dei terremoti, e prova a salvarsi dall’estinzione rafforzando la propria diversità rispetto al contesto, scavando nicchie di impenetrabilità, distinzione o mistero, che talora – ed è successo anche al suo Autore – gli permettono di isolarsi e di non soffrire troppo. Quanto basta in fondo per illudersi di non essere uno come gli altri, quelli da gite aziendali o da villino in cooperativa. Pietro ha pochi amici, come accade spesso ai bancari, specie a quelli che vivono dodici ore al giorno in ufficio, ha rare avventure sentimentali, alcune passioni strane e poco frequentate come quelle per le belle automobili ed in genere per le belle cose.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

L’anima complicata di quest’uomo lo rende vittima dei suoi sogni e delle sue memorie. Nipote, anche se avrebbe preferito poter dire figlio, dell’ottocento, si trova a giocare con i sogni delle generazioni precedenti. Non lo si può certo definire un conservatore, comunque: forse solo un sognatore stanco.

E poi c’è il viaggio. Pietro ha detto di non essere un grande viaggiatore. Ha ricordato spesso i treni, le vecchie Fiat e l’Italia anni 50 attraversata con la famiglia, i vecchi alberghi con le boiseries di legno ed i camerieri con le giacche bianche ed il tovagliolo sul braccio. Un mondo che non c’è più, e che proprio in Torino, che di glorie dimenticate se ne intende, trova forse la più efficace delle immagini.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

Le indagini. In una delle prime recensioni all’uscita de “La Confraternita”, ( Torri del Vento Edizioni) qualcuno sostenne che dopo i vari commissari, ispettori e poliziotti dilettanti, dopo le signore inglesi eccitate dall’odor di misteri e persino dopo i pensionati che cercavano di risolvere la loro noia indagando su furti e omicidi, era venuto il momento dell’ispettore della banca. Anzi, si aggiungeva che l’Autore aveva avuto l’eleganza di non infliggere al personaggio quelle solite passioni culinarie che in genere si usano per addolcire il clima.

Pietro Messina è altra cosa. In fondo é il suo lavoro, quello di un funzionario organico alla banca che viene utilizzato (o forse veniva utilizzato, viste le nuove realtà telematiche a disposizione) per controllare malversazioni, correggere errori da parte del personale, verificare irregolarità. Un uomo dell’azienda, cui ovviamente non si chiede di indagare su furti, sparizioni e tantomeno omicidi, per i quali ci sono le normali forze dell’ordine.

Nelle storie di Pietro Messina, quindi, viaggio ed indagine sono figlie del caso. Non c’è la telefonata al mattino con cui si preannunzia la scoperta del cadavere. I casi che scoppiano tra le mani di Messina sono degli imprevisti, delle situazioni estreme nelle quali, per proteggere la banca, gli si chiede di fare da guida agli organi inquirenti in quell’impenetrabile mondo chiuso che è la banca, un’istituzione per forza di cosa restia ad aprirsi troppo.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

La confraternita nasce con l’omicidio al suo posto di lavoro del Direttore della Banca dell’Isola. Il poliziotto che svolge le indagini si trova davanti ad un palazzo-monumento incomprensibile, fatto di regole, gerarchie, riservatezze, misteri velati. In gioco a nascondere, addirittura, dietro una banale rapina si scoprono torbidi e secolari segreti che portano addirittura agli orrori del terremoto della città dello stretto. Così a Parigi, in Monsieur Messina, laddove una banale e persino squallida gita aziendale è solo l’antefatto per trascina il lettore in una vicenda incredibile: la sparizione, niente meno, del Direttore Generale della Banca. In questo strano noir, l’ispettore Messina incontrerà donne fatali e scrittori del passato, con un salto temporale e logico insolito nella narrativa odierna, ma soprattutto si immergerà nel mito coltivato da generazioni di uomini semplici, quello della Parigi eterna coltivatrice di sogni e di amori.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

Ecco che anche in questo caso l’indagine è il viaggio, ed il viaggio a sua volta è il recupero di fantasmi sopiti nella memoria di un uomo di mezza età.  Di recente, l’ispettore Messina è tornato da Torino, proprio nel momento in cui il sistema stesso delle banche di un tempo si avviava al tramonto. Ancora una volta Torino in fondo è stata detronizzata dal ruolo di capitale, prima del nuovo stato, poi da quella di capitale dell’industria e polo di attrazione per migliaia di meridionali che vi cercarono la propria America.

Per risolvere a Torino un imprevisto caso di omicidio, Pietro Messina sarà costretto a penetrare nelle viscere di una città che non ama esibirsi, fino alla scoperta di un inatteso segreto che addirittura gli fa fare un salto indietro fino agli anni dell’ultima guerra. E comunque, anche in questa avventura, può contare sulla compagnia della sua irriducibile palermitanità un pò snob ed ipocrita, oltre che su un inesauribile portafoglio di ricordi.L'autore e il suo personaggio oui Messina c'est moi

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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