L’economia cinese é ingrippata. Produzione, consumi ed esportazioni sono in calo. Il motore economico di Pechino perde potenza, gira a vuoto e determina un notevole calo di velocità.
Stanno venendo al pettine numerosi nodi strutturali. Secondo gli analisti internazionali, la Cina ha fatto affidamento in modo sbilenco sugli investimenti e sulle esportazioni, mantenendo bassi i salari e limitando le opzioni delle famiglie cinesi in modo che non avessero alternative all’investimento di denaro in nuove case, attività commerciali e fabbriche.
Il covid prima e subito dopo l’instabilità degli interscambi commerciali internazionali innescata dalla guerra in Ucraina, assieme al concomitante crollo della natalità e all’aumento esponenziale della disoccupazione giovanile, hanno sfalsato l’andamento economico.
Il paese non consuma e non esporta più come prima. A luglio, rispetto allo scorso anno, le esportazioni cinesi sono crollate del 14,5%. Inoltre i prezzi al consumo calano e il valore degli immobili è in picchiata. Segnali che preludono ad un effetto deflazione.
“L’economia cinese sta affrontando direttamente lo spettro della deflazione, aumentando l’urgenza delle misure del governo per stimolare l’economia e, forse ancora più importante, i passi per ricostruire la fiducia delle famiglie e delle imprese”, ha dichiarato al New York Times Eswar Prasad, professore di economia alla Cornell University ed ex capo divisione per la Cina del Fondo monetario internazionale.
