Statica e con fronti molto distanti, la guerra d’invasione scatenata da Putin nei confronti dell’Ucraina si avvia a superare un anno di combattimenti e bombardamenti quotidiani. E’ soltanto il primo anno, come sostengono i pessimisti o, piuttosto, l’inizio di una nuova fase d’escalation militare?
Dalla liberazione di Kherson due mesi fa, le linee di battaglia si sono appena spostate ed infuriano, con un tragico concentrato di orrori e distruzioni senza precedenti, lungo un tratto del fronte intorno al cosiddetto triangolo della morte fra Bakhmut, Gorlovka e soprattutto Soledar, che i mercenari russi del Gruppo Wagner assaltano da settimane incuranti delle enormi perdite subite.
Fra i due capolinea strategici della guerra, Kiev e Mosca, rimbalzano retroscena e notizie d’intelligence che mettono a fuoco situazioni opposte: il crescente supporto occidentale all’Ucraina e l’aggravamento delle difficoltà logistiche e del marasma militare sempre più evidente al Cremlino.

Quello che in apparenza sembrerebbe il video dell’aspro rimprovero di Putin al Ministro del Commercio Denis Manturov, potrebbe in realtà evidenziare l’inizio dello scaricabarile del regime per addossare gli apparati burocratici e delle forze armate il fallimento dell’invasione dell’Ucraina.
Il filmato mostra il ministro richiamato come uno scolaretto dal Presidente russo per i gravi ritardi nella fornitura di aerei ed elicotteri sia civili sia militari da impiegare in Ucraina.
La tesi dell’avvio dello scaricabarile riguarda anche la nomina del Generale Valery Gerasimov quale nuovo comandante dell’intera operazione militare in Ucraina. Dopo due giorni di notizie contraddittorie che annunciavano la nomina del Generale Aleksandr Lapin a Capo di Stato maggiore, ruolo che non si capisce se sia ancora ricoperto formalmente da Gerasimov, il comunicato ufficiale del Cremlino lascerebbe pensare che l’alto ufficiale, considerato il massimo esperto russo di strategia della guerra ibrida, risponderà in prima persona dell’eventuale insuccesso dell’invasione.
Invasione in realtà determinata e decisa da Putin. In attesa della conferma della nomina del Generale Lapin a Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, “al posto della volpe Gerasimov arriva un Lapin” hanno commentato sarcasticamente le intelligence occidentali, resta il fatto che sul campo di battaglia le truppe di Mosca vanno incontro a crescenti difficoltà.
Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Polonia e Nato hanno deciso infatti di inviare all’Ucraina i richiesti carri armati Leopard ed Abrams, considerati nettamente superiori ai più moderni tank russi.
A Kiev inoltre stanno per essere consegnate, oltre alle batterie di missili antimissile Patriot, anche i sistemi Samp-T prodotti da Italia e Francia e ritenuti superiori ai Patriot americani perché dispongono di un raggio simultaneo d’azione molto più ampio ed efficace a una distanza maggiore, cioè fino a 80-100 chilometri.
Assieme ai missili Himars ed ai blindati d’assalto Bradley americani, Aamx francesi e Marder tedeschi, le forze armate ucraine disporranno entro febbraio di una forza d’urto in grado di riprendere l’offensiva e di neutralizzare e intercettare i missili e i droni che Mosca utilizza per distruggere le infrastrutture, gli ospedali ed i mercati per terrorizzare la popolazione.
L’escalation occidentale punta a prevenire eventuali blitz russi di nuove ondate d’invasione, anche provenienti dalla Bielorussia. Nonostante le smentite, a Mosca circolano infatti le notizie del divieto d’espatrio per i cittadini prossimi al servizio militare e dell’innalzamento dell’età alla leva 18 a 21 anni e il limite massimo da 27 a 30.
All’infuriare dei venti di guerra in Ucraina, si contrappone per il momento soltanto la tenua speranza di un “vertice globale di pace” che si potrebbe svolgere con la mediazione del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, mentre la diplomazia internazionale ribadisce la definizione del conflitto come “una lotta per la sopravvivenza, l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina”.