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L’immanenza del Cardinale Zuppi e l’autogol di Putin

Illustrare ai sordi e parlare ai ciechi. Con infinita pazienza e tenacia, il Cardinale Matteo Zuppi ha sperimentato quanto siano remote a Mosca le vie della pace e della speranza e che comunque in che modo, dietro il gioco degli specchi dei suoi interlocutori, i ciechi sappiano ascoltare ed i sordi abbiano una vista acuta.

L’immanenza del Cardinale Zuppi e l’autogol di Putin
Il Cardinale Matteo Zuppi in preghiera davanti all’icona della Madonna della tenerezza, la più antica icona mariana della Russia, considerata la protettrice del paese

Investito personalmente da Papa Francesco di una missione umanitaria quasi trascendentale, d’ascolto e di incoraggiamento caritatevole, fra i bagliori della guerra fra l’Ucraina e la Russia, il Presidente della Conferenza episcopale ed Arcivescovo di Bologna ha innanzi tutto cercato di avvicinare i margini delle profonde ferite del confitto, nel tentativo di una ricucitura col filo della pietà e della compassione.

In ogni caso, da una parte fra le devastazioni e le atrocità subite dall’Ucraina e dall’altra fra la disumana ossessione di mandare allo sbaraglio e al macello intere generazioni di russi,  il porporato  ha gettato un immanente seme di pace e di speranza nell’abisso dei combattimenti più feroci e tecnologici in corso in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.

Dall’ascolto delle ragioni di Kiev al muro di gomma di Mosca, il Cardinale Zuppi si é mantenuto in perfetto equilibrio, trasmettendo ai vertici istituzionali e religiosi ucraini, alla nomenclatura del Cremlino ed al Primate della Chiesa ortodossa russa, i “codici” morali e diplomatici della disponibilità del Papa e della Santa Sede per attivare in qualsiasi momento trattative e negoziati, scambi di prigionieri, ricongiungimenti familiari dei bambini ucraini deportati in Russia, e soprattutto per eventuali tregue e cessate il fuoco.

Nonostante il gelido incipit del comunicato ufficiale del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov: ” non sono stati raggiunti accordi specifici dopo l’incontro tra il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov e l’inviato speciale del Papa per l’Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi “, la seconda parte del comunicato: “se necessario, il dialogo continuerà”, non chiude la porta e lascia intravedere uno spiraglio.

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L’incontro con Maria Llova-Belova, la Commissaria del Cremlino per i Diritti dei bambini

Un interstizio, nell’ambito del quale l’inviato del Papa ha in pratica portato a termine la missione a Mosca, parlando sia con Maria Llova-Belova, la Commissaria per i Diritti dei bambini e con il Patriarca Ortodosso Kirill, come se stesse discutendo direttamente con Vladimir Putin, al quale i due sono vicinissimi e riferiranno nei minimi particolari.

In attesa di scorgere un barlume di prospettive dietro le parole caute e neutrali con le quali al rientro a Roma il Cardinale Zuppi traccerà il bilancio dei tre giorni a Mosca, l’impressione prevalente é che Putin abbia perso una duplice occasione per rilanciare immagine e ruolo, compromessi dal recente corto circuito della leadership presidenziale e degli equilibri militari della Russia.

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Il Card. Zuppi e il Patriarca ortodosso Kirill

Probabilmente condizionato dal timore di mostrarsi “trattativista”, rispetto alla controffensiva di Kiev e all’acuirsi delle tensioni per la fallita invasione dell’Ucraina, Putin non ha considerato che un colloquio anche interlocutorio con l’inviato del Pontefice avrebbe in realtà aperto un confronto fra Zelensky e gli alleati occidentali e poi, soprattutto, ha perso l’occasione per avviare un rapporto diretto e personale col Cardinale fra i più accreditati come probabile successore di Papa Francesco.

Eventualità che evidentemente il Presidente russo non considera, inconsciamente, più tempestiva della sua uscita di scena.Il Cardinale Zuppi a MosL’immanenza del Cardinale Zuppi e l’autogol di Putin

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Gianfranco D'Anna
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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