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Mammoliti: il silenzio abusante e le parole per difenderci

 

by Maggie S. Lorelli

La criminologa Cinzia Mammoliti ha le idee chiare. Analfabeti emotivi e donne che amano troppo, c’è speranza di comunicare? Talvolta, se all’interno di una relazione si insinuano segnali di un malessere oscuro, che si esprimono spesso attraverso un senso di inadeguatezza e insoddisfazione, è possibile che si sia vittime di abuso emotivo da parte del partner.

Molte donne faticano a riconoscere questi segnali, a causa di una tendenza diffusa a cospargersi il capo di cenere o a vestire il camice da crocerossine, soprattutto se si è instaurata una dinamica di dipendenza affettiva con un partner che si cerca inutilmente di cambiare.

“Una delle forme più subdole della violenza psicologica domestica è il silenzio abusante” sottolinea Cinzia Mammoliti, una delle massime esperte nazionali in materia di violenza psicologica e manipolazione relazionale.

Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci
Cinzia Mammoliti

Le parole possono ferire, le azioni possono uccidere. Ma i silenzi, in che modo possono nuocere?

Si tratta di un’importante forma di metacomunicazione perché attraverso il silenzio i soggetti manipolatori e narcisisti mandano messaggi inquietanti. L’oggetto della loro comunicazione è la destabilizzazione, la denigrazione e l’umiliazione di chi hanno di fronte, col risultato di creare ulteriori incertezze e abbassare l’autostima di chi questo silenzio lo subisce. Viene detto silenzio “punitivo” perché questi soggetti vi ricorrono quando per esempio la vittima oppone resistenza e “alza la cresta”, allo scopo di ristabilire un ruolo di potere e di dominanza dispotica che avevano prima di usare quest’arma. Gli empatici ci cascano come polli perché hanno bisogno di parole, di comunicazione, che è proprio ciò che questi individui non vogliono concedere.Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

Spesso gli uomini sono analfabeti emotivi rispetto alle donne, dotate di un più alto grado di intelligenza emotiva. Eppure gli alessitimici, o sordomuti emotivi, sono irresistibilmente attratti dalle donne empatiche, e viceversa. Perché questa attrazione fatale che non può che condurre all’abisso?

Inevitabilmente gli opposti si attraggono: è una legge di natura che vale oltremodo in amore. La preda, nella sfera amorosa, è morbosamente attratta dal predatore, che incarna spesso la tipologia dell’uomo alfa, che nell’immaginario femminile rappresenta il principe azzurro senza macchia e senza paura. Le donne a volte tendono a confondere prepotenza, mancanza di empatia e anaffettività con forza, coraggio e virilità. Fraintendimento indotto dalla cultura e dall’educazione che abbiamo ricevuto.Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

I muti nell’anima sono narcisisti, anaffettivi, semplicemente stronzi, oppure ci tocca assolverli perché esprimono una condizione patologica, e sono a loro volta vittime che hanno subito, inevitabilmente dalla figura materna, il disamore?

I muti nell’anima, spesso anaffettivi, privi di quella che Goleman definiva l’”intelligenza del cuore”, non sono sicuramente persone felici. Si è assistito negli ultimi decenni a una demonizzazione di questi soggetti, spesso confusi con quelli che giustamente hai definito “stronzi”. Ma non tutti i soggetti disfunzionali sono patologici, né tutti gli individui patologici sono pessime persone.

Nel dubbio, meglio evitarli?

Certo, se vogliamo salvaguardare la nostra integrità emotiva e la salute mentale. Non ci si può innamorare di chi non ci può dare amore, salvo casi di masochismo e autolesionismo, o di ignoranza crassa che oggi non è più consentita, perché attraverso i social e i media è stata fatta una campagna non da poco per individuare questi soggetti, iniziata dalla sottoscritta 12 anni fa e portata avanti da mumerosi specialisti. Oggi questi personaggi sono facilmente riconoscibili.Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

Talvolta questi individui covano un rancore sordo nei confronti delle donne che pure dicono di amare. Per contro queste donne, che nel fondo di sé sanno che non è amore, perché scelgono di rimanere intrappolate in tali relazioni?

Le cause sono molteplici: paura di restare da sole, senso di inadeguatezza, retaggi educativi distorti. Ci insegnano, sin da piccole, a partire dalle fiabe che ci raccontano, che una donna non ha un valore intrinseco senza un uomo accanto, quel famoso principe azzurro che per molte non arriverà mai. Ed ecco che allora incalzano gli impostori, i malfattori e i truffatori dei sentimenti, che poi sono i manipolatori, che non necessariamente sono anche narcisisti. Ma   restiamo soprattutto per un’altra ragione: questi individui sono molto più affascinanti della media, spesso sono intelligenti, brillanti, belli, e durante le prime fasi del corteggiamento ci fanno sognare. E’ come se ci dicessero: cosa scegli al luna park, la giostra che gira lentamente o l’autovolante che precipita in picchiata? Ovviamente scegliamo la seconda opzione, salvo poi schiantarci contro un camion.Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

Se i silenzi feriscono, le parole possono curare. E’ il tema del tuo ultimo libro, “Le parole per difenderci”. Perché hai deciso di affrontare questo tema?

Ho scritto questo libro per fornire una sorta di  vademecum, di strumento operativo per riconoscere quella che è l’arma principale usata da questi soggetti: la comunicazione. A differenza della comunicazione  ordinaria, si quella posta in essere da questi individui è una comunicazione disturbata e disturbante. Ciò non solo all’interno delle relazioni amorose, ma in ambiti comunicativi diversificati come la scuola, il posto di lavoro, la famiglia d’origine, anch’essa spesso luogo di sofferenza.Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

Come possono le parole aiutarci e, in alcuni casi, salvarci dalla manipolazione emotiva?

I manipolatori tendono a usare le parole per disintegrare l’autostima del partner, per attentare al suo sistema identitario, per instillare in lui un senso di inadeguatezza, spesso deliberatamente per fare del male. Ci si può difendere creandosi uno scudo emotivo, per esempio banalizzando e ridicolizzando le loro strategie, ma anche contrastandoli con schemi linguistici e modalità comportamentali che li mettano con le spalle al muro. Basta subire, bisogna tirar fuori le parole giuste per far valere le nostre ragioni senza sentirci Mammoliti il silenzio abusante e le parole per difenderci

 

 

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Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Dopo un' esperienza decennale alla Feltrinelli ha collaborato come autrice con Radio 3 Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l'agenzia di stampa Adnkronos,  scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d'esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.
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