Manovra più verde che gialla
Manovra in assetto cubo di Rubik. Anche se infinitesimali rispetto ai 43 miliardi di combinazioni possibili delle sei facce del cubo magico, le variazioni per evitare la procedura d’infrazione dell’Europa sono comunque molteplici.
L’escamotage di conferire al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte la definizione del puzzle, consente ai due vice Premier di potere eventualmente scaricare su altri il mancato rispetto delle promesse elettorali.
Un alibi necessario soprattutto per Luigi Di Maio perché l’inevitabile rinvio, o quanto meno lo svuotamento sostanziale del reddito di cittadinanza e della quota 100 della riforma delle pensioni, azzoppano i cavalli di battaglia del leader dei 5 Stelle.
Oltre che per i rischi di una nuova recessione Di Maio e Salvini sono preoccupati anche per la consistente contestazione interna all’azione di Governo che si sta allargando a macchia d’olio fra i grillini e i leghisti.
Con una differenza sostanziale. Il dissenso fra i 5 Stelle è determinato dalle promesse rinnegate, dai compromessi e dai rospi su Tap, Ilva, Muos, termo valorizzatori, decreto sicurezza, prescrizione, reddito di cittadinanza, pensioni ecc. che Di Maio e i ministri del Movimento hanno dovuto ingoiare.
Nelle regioni del Nord, patria della Lega, la fronda dei seguaci di Salvini riguarda invece la preoccupazione delle conseguenze economiche di una manovra originariamente assistenziale e senza sostegno agli investimenti e alle imprese.
Il baricentro conferito a Conte per le trattative con Bruxelles, trattative che non si discostano dal fatidico 2% di deficit, lascia fra le mani dei 5 Stelle il cerino acceso del varo di una manovra benedetta dall’Europa ma che è destinata a fare esplodere le contraddizioni fra i grillini.