Maurizio Molinari da Via Lugaro a Largo Fochetti. Neanche le reiterate e misteriose minacce neofasciste subite e il marasma dell’emergenza coronavirus sono riuscite a rimandare l’amaro destino di Carlo Verdelli di dover lasciare dalla mattina alla sera la Direzione di Repubblica.
Carlo Verdelli
Un destino per la verità già anticipato il 3 dicembre 2019 da zerozeronews (https://www.zerozeronews.it/ -seconda-repubblica-cambia-direttore/) da quando John Elkann e la famiglia Agnelli acquistarono dai De Benedetti la Gedi, la società editrice dei quotidiani La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, e che ha nel portafoglio altre 13 testate locali, il settimanale l’Espresso e vari periodici.
Esattamente come annunciato da zerozeronews il Consiglio di amministrazione della Gedi ha oggi nominato Maurizio Molinari direttore di Repubblica in sostituzione di Carlo Verdelli.
Saggista, 56 anni, una lunga e prestigiosa carriera giornalistica, da 5 anni Direttore della Stampa, Maurizio Molinari è stato inoltre nominato direttore editoriale del Gruppo Gedi: in questo nuovo ruolo, Molinari avrà il compito di valorizzare la forza giornalistica, i prodotti editoriali e i contenuti intellettuali del gruppo anche attraverso lo sviluppo di progetti innovativi e multimediali.
Alla Direzione della Stampa è stato nominato Massimo Giannini, che lascia Repubblica e assumerà inoltre l’incarico di Direttore di Gedi News Network, il network dei giornali locali del Gruppo. Alla Direzione dell’Huffington Post è stato nominato Mattia Feltri.
Questo il commento ufficiale di John Elkann: “Le decisioni che abbiamo preso oggi definiscono le basi di un’organizzazione chiara e coesa, premessa indispensabile per raggiungere i traguardi ambiziosi che ci siamo dati. Ci aspetta un percorso impegnativo e straordinario: con coraggio e con senso di responsabilità, abbiamo scelto di abbracciare l’innovazione e la trasformazione digitale per scrivere insieme il futuro del giornalismo e dell’intrattenimento di qualità. I principi che sono all’origine del nostro gruppo non cambieranno: continueremo a difendere la libertà di espressione e a impegnarci per garantire un’informazione responsabile e libera da qualunque condizionamento. I valori di sempre insieme a nuove idee saranno la nostra forza, oltre che il punto di riferimento per tutte le persone che lavorano in Gedi”.
Ripubblichiamo il post del dicembre 2019
VIP & VIPER
3 Dicembre 2019
Seconda Repubblica cambia Direttore
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Toto Direttore a Repubblica
A Largo Fochetti è l’alba della seconda Repubblica. Dopo quella di Scalfari, Caracciolo e De Benedetti, inizia la Repubblica di John Elkann.
Rappresenterà la continuazione o la nemesi rispetto alla prima Repubblica scalfariana ?
Arrotando la erre il mitico Avvocato avrebbe risposto negando, con un sorriso sardonico, che l’acquisto in blocco del gruppo editoriale Repubblica – Espresso sia da leggere come la conferma della supremazia della Fiat e degli Agnelli rispetto alla Carlo De Benedetti family.
Lo spirito di Gianni Agnelli continuerà ad aleggiare anche nei prossimi assetti della Gedi a trazione Elkann.
Mese più, mese meno, a Repubblica è in particolare previsto l’arrivo di un nuovo Direttore, e sono preventivati ulteriori assetti editoriali in tutte le testate e le emittenti radio televisive del gruppo.
A Repubblica il toto Direttore comprende Maurizio Molinari e Massimo Giannini. Nonostante i boatos, sono in realtà ridotte le chance di un ritorno alla Direzione di Mario Calabresi, che semmai potrebbe rientrare al vertice della Stampa nel caso di un trasferimento di Molinari da via Lugaro a Torino a Largo Fochetti a Roma.
A Massimo Giannini viene riconosciuta, oltre alla indiscussa capacità professionale, anche la maggiore sintonia con la redazione di Repubblica, mentre a favore di Molinari, assieme al successo editoriale ed all’ulteriore prestigio guadagnato dalla Stampa, grazie alla sua direzione, giocano la “ visione” internazionale e le capacità di analisi.
Qualità essenziali, tanto quelle di Giannini che di Molinari, per recuperare il distacco che Repubblica ha accumulato rispetto alla corazzata Corriere della Sera, guidata come una portaerei da Luciano Fontana.
Una distanza quella fra Repubblica e Corriere, non soltanto nelle vendite e nella raccolta pubblicitaria, ma soprattutto nell’incidenza “politica” fino a pochi anni addietro appannaggio invece di Repubblica.