Attacco contro la Corea del Nord
Il tempo di completare la messa in sicurezza, con sistemi antimissile, degli impianti di oltre 90 fra centrali e reattori nucleari disseminati dalla Corea del Sud ( 28) al Giappone (62) e gli Stati Uniti saranno pronti allo strike contro la Corea del Nord.
Per l’attacco Casa Bianca, Comando strategico e agenzie di intelligence Usa possono contare su diverse opzioni operative: missili Tomahawk, superbomba Moab, laser satellitare, bomba al neutrone, droni e commandos.
Il presidente americano Donald Trump ha confermato che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Secondo il prof. Arduino Paniccia, analista di strategie militari e geopolitiche : “l’attacco sarebbe prima di tutto diretto a colpire e annientare le basi nucleari Nord Coreane che rappresentano il primo e più grande pericolo.
Partirebbero ondate di missili Tomahawk dalle portaerei per distruggere reattori nucleari, le centrifughe pronte a arricchire l’uranio per la realizzazione di altre atomiche.
Ulteriore obiettivo la distruzione di depositi e installazioni situate a Suchon, Anjutaechon e Chongin e le altre basi nord coreane. Seguirebbero bombardieri Stealth e B-1B e i droni per neutralizzare gli alti 60 obiettivi sensibili e quindi, solo se fosse necessario, sbarco e intervento delle special forces.”
Queste le modalità e gli scenari ipotizzati
- Strike di 1 ora per il massiccio bombardamentodelle basi missilistiche di Pyongyang
- Vittime 2 milioni complessivamente ipotizzabili nel peggiore dei casi per l’eventuale contro reazione nord coreana
- Conflict area di due mila chilometri circa , dalla penisola coreana al Giappone
L’esplosione di una bomba all’idrogeno e il missile-provocazione che ha sorvolato il Giappone, fanno temere agli osservatori che Kim Jong Un possa essere ostaggio dei militari nord coreani, che al limite dello strike Usa potrebbero inscenare un ulteriore colpo di scena e allinearsi alle richieste cinesi. A spese di Ciccio bomba, come viene definito il dittatore.
Al contrario di Mosca, il governo di Pechino è infatti interessato ad una rapida normalizzazione dell’ormai ingestibile regime nord coreano.