Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
By Letizia Tomasino
Amore, cani e scrittura per una scelta di vita. Un’amica d’infanzia mi ha scritto: “come vivi, lontana dalla tua città, tu, che hai vissuto nel cuore della vera Palermo? Solo per amore, presumo, questa scelta”.
Le ho risposto: “Sì, solo per amore”.
In effetti, qualche anno fa tutto mi sarei immaginata tranne che andare a vivere in un paese.
La prima volta che il mio compagno di vita mi portò a Lercara Friddi, per conoscere i suoi genitori, il viaggio mi sembrò interminabile e non c’erano ancora tutti i disagi di adesso: semafori, deviazioni, lavori fermi e perdite di tempo prezioso. Era un gennaio di tanti anni fa e la temperatura gelida delle colline siciliane mi fece odiare quel posto, non vedevo l’ora di tornare alla temperatura mite della mia amata città, nonostante l’accoglienza dei suoceri fosse stata delle migliori. In seguito, cominciai ad apprezzare il luogo soprattutto d’estate, quando l’afa a Palermo non dava tregua nemmeno la notte.
E fu così che cominciammo a trasferirci lì non solo nei fine settimana, ma protraendo la nostra permanenza per tutta la stagione estiva.
Dopo che vendetti la mia attività di ristorazione, cominciammo a ragionare su un trasferimento totale dell’intera famiglia.
C’erano tante titubanze legate al fatto che il trasferimento fosse pur sempre un cambio di vita, di abitudini. Superammo quello scoglio buttandoci nell’impresa, tipo dilettanti allo sbaraglio. Il primo anno non fu facile a causa del freddo pungente e le giornate che non passavano mai. Poi, per fortuna il mio corpo cominciò ad abituarsi al clima diverso, restava il fatto che un paese non è come una città.
Ci sono paesi che offrono vari svaghi: negozi, cinema, librerie e tanto altro, purtroppo Lercara Friddi non rientra in questi parametri e quindi mi dovevo inventare qualcosa da fare.
Cominciai a riscoprire il gusto di fotografare e questo hobby mi servì a farmi conoscere soprattutto dagli emigranti. Avevo creato un gruppo facebook apposta per loro e postavo le foto del loro paese.
Quando abitavo a Palermo avevo un cagnolino Yorkshire di nome Nico, poi si aggiunse un altro cane della stessa razza. Per i cani non fu un problema il trasferimento dalla città in un paese. Abitavamo in una casa un po’ fuori dal centro, ma sempre in un condominio. Nel giorno del Santo Natale mio marito mi telefonò dicendo se potevo raggiungerlo in piazza perché c’era una cagnolina randagia che aveva bisogno di essere adottata, quel giorno aveva nevicato abbondantemente, ci fece pena e la portammo a casa.
La chiamammo Natalina. Il fatto di tenere cani a casa diventò un problema dopo che salvai un’altra cagnolina, stavolta la padrona era morta e lei era in strada a vagabondare, andai a prelevarla e Nina (così la chiamai) saltò dal finestrino dell’auto e scappò, riuscii a riprenderla e da allora non ci ha più lasciato.
Intanto avevo acquistato una casa in campagna e lì ci tenevamo dei cani che avevamo salvato da morte certa. Decidemmo di trasferirci definitivamente nella casa di campagna e col tempo la famiglia crebbe a dismisura.
Adesso abbiamo 14 cani ma divisi in due case attigue. Ho fatto costruire “casette popolari per tutti”. Mi occupo di loro a tempo pieno. Li vedo felici e sono felice anch’io. Il modo di dire “fare una vita da cani” in questo caso è nell’eccezione positiva dato che la bella vita la fanno i miei cani. Non ho figli e non considero loro come surrogato di figlio, ma sono i miei compagni di viaggio in un tratto di vita terrena.
Da circa due anni ho scoperto la piacevole arte della scrittura, mi ha aiutata psicologicamente. Posso dire che al momento Palermo non mi manca, però ogni tanto chiudo gli occhi e immagino di riaprirli e vedere il mio adorato mare.